3° Conferenza Nazionale G.C. – intervento di Giuliano Ezzelini Storti
Care Compagne, Cari Compagni,
è un onore per me parlare dopo don Ciotti. Le sue parole ci toccano perché parlano a noi di un percorso in cui, con lui, siamo stati compagni di viaggio, come con le sue parole ci ha detto, nella lotta alle mafie: ma questo è un altro argomento su cui concordiamo tutti. Vorrei perciò ragionare con voi di alcune questioni.
Ho ascoltato con attenzione la relazione introduttiva del Compagno Michele De Palma e devo dire che l’ho trovata interessante in alcuni punti su cui credo tutti assieme potremmo riflettere; lacunosa e poco chiara in altri ed è su questi che intendo intervenire.
Il primo è la Sinistra Europea.
Ancora una volta si parla di qualcosa di fumoso a cui non si dà alcun orientamento preciso; non si dice che sia comunista: anche perché nello statuto fondativo non si fa alcun riferimento allo stesso! Non è socialista , o meglio, si voleva non fosse neanche questo se non intervenivano partiti di altre nazionalità.
Comunque non ci si dice ancora con chiarezza cosa sarà la Sinistra Europea: ragioneremo forse in un modo antico, ma per il bene della nostra organizzazione giovanile e del nostro partito sarebbe stato meglio che ci avessero detto con più chiarezza a che cosa andremo in contro.
Il secondo è l’Afganistan e l’Iraq.
Mi sbaglio o forse dall’Irak non ce ne siamo ancora andati? Dall’Afganistan non se ne parla nemmeno ! Forse è il caso che su questi due argomenti si cominci a pensare di tornare in piazza!
Il terzo , ma è quello a cui tengo di più, è il lavoro e le politiche ad esso connesse.
Avevamo promesso il superamento della legge 30, volevamo cancellarla, ma ora è entrata nel dimenticatoio, non se ne sente più parlare : questo per noi è inaccettabile!
Ci riempiamo la bocca di lotta alla precarietà, ma non diciamo cosa va oltre il may-day, per esempio: cosa ne pensiamo del NIDL – CGIL? Crediamo sia utile che un sindacato come la CGIL dia per acquisita la precarietà e tenti di rappresentarla, oppure crediamo sia sbagliato perché facendo così le si dà una legittimazione ?
Su questo dovremmo ragionare perché, se crediamo che questa nuova organizzazione sia utile, dovremmo cercare al suo interno di fare egemonia; oppure, se non la riteniamo utile, batterci perché ogni altra categoria già esistente si occupi di precarietà assorbendo la nuova struttura.
Infine crediamo ancora utile essere nel mondo del lavoro? Se si, come credo io, penso che dovremmo darci da fare per entrare nei “consigli di fabbrica” e noi stessi essere RSU e rappresentare quel mondo del lavoro che diciamo essere, nella contraddizione capitale /lavoro, ancora la nostra contraddizione principe.
In conclusione, la strada da percorrere è lunga e difficile, ma solo se riflettiamo su questi punti possiamo sperare che la società in cui viviamo diventi la società in cui crediamo cioè quella comunista.
Coraggio, Compagne e Compagni: Hasta la Victoria Siempre!