Prima l’annuncio choc dei talebani: «Abbiamo ucciso Adjmal Nashkbandi», l’interprete di Daniele Mastrogiacomo. Poi altro orrore: «L’abbiamo decapitato». Dichiarazioni a cui è seguito un intero pomeriggio di notizie contrastanti, fino alle parole del premier Romano Prodi che in tarda serata ha parlato di «conferme» dell’avvenuto assassinio. Sono stati i servizi segreti afghani a fare la prima dichiarazione ufficiale, in serata: il portavoce Sayed Ansari ha detto che Adjmal è stato giustiziato nell’interesse di Al Qaeda. «Ancora una volta i talebani hanno dimostrato di voler seguire le orme delle organizzazioni terroristiche», ha detto.
ACCUSE AL COLLABORATORE DI EMERGENCY – Il portavoce dei servizi segreti afghani Said Ansari ha accusato oggi il direttore afghano dell’ospedale di Emergency a Kabul, Rahmatullah Hanefi – attualmente detenuto – di essere coinvolto nel rapimento del giornalista italiano Daniele Mastrogiacomo e dei suoi due collaboratori. E di avere di fatto impedito la sua liberazione. La replica di Gino Strada è immediata: sono «calunnie» che arrivano da una «cricca di assassini». Poi in un’intervista a Sky Tg24 va oltre, spiegando che il governo italiano «dovrebbe sapere bene quanto è affidabile Hanefi visto che gli affidò due milioni di dollari per pagare il rilascio di Torsello».
ULTIMATUM – In una lunga giornata di tensione, il primo a parlare era stato Shahabuddin Aaatil, un portavoce del capo militare dei talebani, Mullah Dadullah, in contatto con la Reuters con un telefono satellitare. La notizia, confermata anche da France Press e dall’agenzia afghana Pajhwok, è arrivata inattesa perché nei giorni scorsi un collaboratore del mullah Dadullah aveva contattato il fratello di Adjmal per dirgli che l’ultimatum per la trattativa sarebbe scaduto lunedì alle 14. E di nuovo, in mattinata, un altro portavoce talebano aveva parlato di un ultimatum in scadenza lunedì. Adjmal era stato rapito il 5 marzo nell’Afghanistan meridionale insieme a Daniele Mastrogiacomo e al suo autista. Il giornalista di Repubblica è stato liberato dopo due settimane in cambio del rilascio di cinque esponenti dei talebani detenuti, mentre l’autista è stato sgozzato.
«È STATO DECAPITATO» – Lo stesso Aaatil, citato dall’agenzia Associated Press, ha poi precisato che Adjmal Naqshbandi è stato «decapitato nel distretto di Garmsir della provincia dell’Helmand». «Abbiamo chiesto il rilascio di due comandanti talebani in cambio di Adjmal Naqshbandi – ha aggiunto Atal -, ma il governo ha ignorato le nostre richieste e oggi, alle 15.05 ora locale (le 12.35 in Italia, ndr) abbiamo decapitato Adjmal». La notizia dell’uccisione non è stata confermata dal ministero dell’Interno afgano: il portavoce Zemeri Bashary ha detto di non essere in possesso di prove dell’esecuzione. L’agenzia di stampa Pajhwok, che cita sempre Aaatil, scrive che il cadavere di Adjmal sarebbe stato abbandonato nella zona di Loya Wala, nel distretto Hazarjusft, provincia di Helmand.
TRA CONFERME E SMENTITE – Da Maso Notarianni, direttore di Peace Reporter, sito vicino ad Emergency, arrivava subito dopo un invito alla prudenza: «Dalle verifiche fatte dai nostri canali non risulta. Per adesso – aggiunge – consiglio prudenza. Ricordo che l’ultimatum doveva scadere lunedì». Anche il fratello di Adjmal, Muneer Naqshbandi, contattato telefonicamente da Apcom non è stato in grado di confermare l’avvenuta uccisione dell’interprete afghano da parte dei talebani: «Per il momento non ci risulta. Chi ha fatto l’annuncio (Aaatil, ndr) è effettivamente uno dei portavoce di Dadullah», capo dei talebani nel sud dell’Afghanistan, «ma non possiamo confermare la notizia diffusa dalle agenzie, non ne sappiamo nulla» . Nel frattempo però anche l’agenzia Pajhwok (quella che per prima ha dato la notizia della liberazione di Mastrogiacomo) confermava quanto riferito dalle agenzie Reuters e France Press, che citavano anch’esse il portavoce di Dadullah: il giovane afghano, Adjmal Nashkbandi, che aveva 23 anni, è stato ucciso a causa del rifiuto delle autorità di Kabul di liberare alcuni detenuti. Quando gli è stato chiesto perché i taleban non hanno aspettato la scadenza dell’ultimatum, il portavoce non ha risposto, riporta l’agenzia.
MSTROGIACOMO: «BUGIARDI E ASSASSINI» – Ore d’angoscia alla redazione di Repubblica dopo le prime notizie dell’esecuzione di Adjmal. «Per giorni abbiamo chiesto ai taleban – ha detto il direttore Ezio Mauro – di non macchiarsi di altro sangue, di evitare un nuovo lutto e di restituire Adjmal alla sua famiglia. L’interprete non ha alcuna colpa». In serata, dopo che la notizia della morte di Adjmal ha ricevuto le prime conferme, è stato lo stesso Daniele Mastrogiacomo ad esprimere la propria angoscia con un intervento pubblicato sul sito web del quotidiano: «Sono affranto, distrutto, di nuovo catapultato in un incubo che sembra non finire mai. I talebani hanno mostrato al mondo la loro vera faccia, assassini che non hanno rispettato i patti». E ancora il direttore del quotidiano, attraverso il sito, spiega: «Abbiamo sperato fino all’ultimo che non fosse vero. È un omicidio barbaro e senza alcuna ragione, nemmeno in una logica di guerra. Noi di Repubblica lo piangiamo come un compagno di lavoro mentre denunciamo l’impossibilità per i giornalisti di svolgere la loro funzione nelle zone controllate dai talebani che disprezzano non solo la libertà d’informazione e i diritti dei prigionieri ma anche la vita umana»