Oggi i sindacati incontreranno il gruppo Cos per sottoporre la loro piattaforma di richieste. Ieri un primo incontro informale tra Fistel Cisl, Slc Cgil Uilcom Uil e Cgil, Cisl e Uil confederali con la Almaviva (holding del gruppo) ha portato a un primo chiarimento delle posizioni reciproche. In particolare, si è parlato della situazione dei lavoratori dei call center del gruppo, dal Cos a Cosmed, da Atesia ad Alicos, fino alla Inaction.
«L’azienda – scrivono unitariamente i sindacati – confermando la volontà di dare piena attuazione alla circolare Damiano e di tenere nella dovuta considerazione le ispezioni effettuate dagli ispettori del lavoro, ha manifestato la volontà di risolvere questa situazione offrendo alle parti la seguente proposta:
1) stabilizzazione entro il 2007 dei 6400 lavoratori, di cui 4 mila inbound e 2500 di attività mist (inbound e outbound) con l’assunzione a tempo indeterminato part-time a 4 ore al 3° livello del contratto nazionale di settore;
2) per i rimanenti, circa 1000 in outbound, l’assunzione con contratto di apprendistato professionalizzante».
«Da parte dei sindacati – continua il comunicato – pur apprezzando la volontà dell’azienda, si è richiesto di sanare la situazione in essere con l’assunzione a tempo indeterminato di tutti i lavoratori precari, con criteri oggettivi di priorità». Criteri, spiega il segretario nazionale Slc Cgil Alessandro Genovesi, che fanno riferimento ai carichi familiari e all’anzianità, sono cioè oggettivi e possono rispondere con parametri di equità alla eventuale graduazione nel tempo delle assunzioni.
Il gruppo Cos, a fronte dell’incontro previsto con il Coordinamento di sindacati e Rsu nella giornata di oggi, si è riservata di esaminare la richiesta sindacale. «E’ auspicio dei sindacati – concludono Cgil, Cisl e Uil – che questa vicenda trovi una soluzione positiva portando a compimento la trasformazione di tutti i contratti precari in subordinati e si ripristinino normali relazioni industriali, anche affrontando altre questioni connesse alla valorizzazione delle professionalità e alla definizione del secondo livello contrattuale».
Tra i problemi che porrebbe l’offerta dell’azienda c’è certamente il discorso dell’apprendistato, strumento che non assicura la stabilizzazione (vedi il recente caso della Cos di Napoli, dove a una trentina di addetti al 190 Vodafone è stato detto di recente che non verranno confermati). Ancora, c’è il tempo indeterminato, ma il part time di sole 4 ore porta a una retribuzione molto bassa, a volte anche inferiore ai compensi che questi stessi lavoratori percepiscono come cocoprò. Infine, il terzo livello non è adatto a questi operatori, dato che nelle imprese committenti, dalla Vodafone alla Telecom, gli stessi lavoratori vengono inquadrati al quarto livello (superiore al terzo, nel contratto delle telecomunicazioni) per svolgere le stesse mansioni. E’ buono comunque che si sia raggiunta a livello unitario la richiesta del tempo indeterminato per tutti, come d’altra parte prevedeva l’ispezione del lavoro in un grosso call center della Cos, la Atesia, che da sola fa la buona metà dei precari presenti nel gruppo. Per il momento il nodo problematico dell’outbound da inquadrare a progetto sembra rinviato ad altri contratti del settore.