I sindacati al governo: «Basta appalti al ribasso»

Si intensificano le iniziative di governo e sindacati contro il sommerso e per la sicurezza, ma purtroppo nei cantieri si continua a morire e ancora i dati disponibili non danno un’indicazione che la tendenza si è invertita: «Secondo gli ultimi numeri consolidati – ha spiegato il ministro del Lavoro Cesare Damiano – gli infortuni mortali segnano un aumento: nei prossimi mesi potremo metterli in rapporto alle riforme attuate dal governo, a partire dal pacchetto Bersani dell’agosto 2006». Dunque al momento non si hanno dati certi sulla riuscita delle politiche per la sicurezza (oltretutto il Testo unico è ancora un disegno di legge), ma ci sono cifre positive sul fronte dell’emersione dal nero: le ispezioni sono aumentate, sono state scovate più imprese irregolari e liberati più lavoratori dal nero, oltre al recupero di decine di milioni di euro di contributi e premi Inail.
I sindacati, però, chiedono al governo un passo in più: bisogna mettere mano alle regole sugli appalti, che ancora oggi permettono le gare al massimo ribasso, pagate esclusivamente dai lavoratori (con bassi salari, lavoro nero, contratti precari e sicurezza insufficiente). Esplicito è stato l’appello di Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, ieri all’iniziativa di presentazione del prossimo Primo maggio: «C’è bisogno di un decreto immediato per mettere al bando le gare al ribasso e per mettere in piedi meccanismi di selezione delle imprese. Perché aziende che gestiscono attività anche molto delicate è sufficiente che vadano alla Camera di Commercio per avviarle? Non ci va bene». Il leader Cgil, Guglielmo Epifani, sottoscrive l’appello: «È necessario rivedere rapidamente la normativa sugli appalti – ha spiegato – Perché quando si fanno gare d’asta senza limiti al ribasso, questo vuol dire più ribassi e quindi un ulteriore peggioramento per la sicurezza dei lavoratori. Bisogna tenere insieme la quantità economica e gli standard di qualità e sicurezza del lavoro».
Ritornando ai dati sul lavoro nero, ieri sono stati esposti dal ministro Damiano nel corso della presentazione ai giornalisti dell’iniziativa «Esci dal nero. Conviene», una campagna di sensibilizzazione mediatica messa in campo da ministero, Inps, Inail e Italia Lavoro. Contemporaneamente, venivano effettuate 20 conferenze stampa in tutti i capoluoghi di regione italiani. Tutte le cifre del primo trimestre 2007, rapportate a quelle dello stesso periodo del 2006, sono con il segno «più»: +23,3% aziende ispezionate (in totale 80.019), +24,4% quelle in cui sono state riscontrate irregolarità (in tutto 51.109, ovvero il 60% delle ispezionate). Sono stati trovati 110 mila lavoratori irregolari, di cui 76.429 con parziali irregolarità (+69%) e 32.908 completamente in nero (+8,8%). Tra premi Inail e contributi recuperati all’evasione si è giunti alla cifra di 383 milioni di euro, il 31% in più rispetto all’ammontare «emerso» nel primo trimestre del 2006.
Un focus speciale è dedicato all’edilizia: nei primi tre mesi del 2007 sono stati assunti 94.054 lavoratori, la metà dei quali stranieri e sopra i trent’anni. Si presuppone dunque che buona parte non fossero alla prima assunzione, ma che sia lavoro in nero emerso. Interessanti le cifre sugli edili rumeni: se negli ultimi 5 mesi del 2006 ne sono stati assunti 258, nei primi tre mesi dell’anno in corso sono quasi 30 mila. Infine, da agosto 2006 a marzo 2007 sono stati sospesi 999 cantieri perché avevano almeno il 20% di lavoro nero. La Cgil, con Fulvio Fammoni, chiede di «proseguire sulla via dei controlli e di varare al più presto il Durc, gli indici di congruità e l’interconnessione delle banche dati».
Capitolo ispettori: Damiano ha spiegato di averne trovati 2019 al ministero e che entro luglio saranno 3130 (+55%); quelli dei carabinieri passano da 443 a 503, mentre all’Inps sono 1746 e all’Inail 404. In tutto, per luglio, avremo 5783 ispettori (+48%), ma il tasto dolente restano i mezzi per le missioni. Il ministro ha preannunciato una task force di coordinamento e ha spiegato che il titolare dell’Economia Padoa Schioppa ha stanziato 3 milioni di euro extra-finanziaria per le indennità di missione di ministero e carabinieri. Ancora ieri, però, la Direzione regionale del Lazio denunciava che «arrivano più ispettori, ma manca la benzina per le missioni».