I ‘ribelli’ di sinistra rilanciano: “Sulla manovra sarà battaglia”

Prima l’Afghanistan. Ora la Finanziaria. I ‘ribelli’ della sinistra radicale non mollano. Anzi, rilanciano. “Siamo pronti a dare battaglia e a far valere le nostre ragioni. Sempre e comunque”, dichiara ad Affari Claudio Grassi, leader della minoranza di Rifondazione. “Su come reperire i fondi per la manovra ci sarà una discussione assai impegnativa. Nell’Unione ci sono molteplici posizioni”.

Il segretario di Rifondazione Comunista ha lanciato una sorta di aut-aut a voi ribelli: ‘O vi mettete in riga o verrete espulsi. Come risponde?
“Non condivido le valutazioni di merito e anche il modo con cui il segretario ha affrontato un passaggio così delicato come il comportamento di Rifondazione Comunista sulla missione in Afghanistan. Ritengo, al contrario, che sia stata la maggioranza del partito ad aver sbagliato ad accettare quel disegno di legge, che contiene sostanzialmente un provvedimento analogo a quello varato dal governo Berlusconi negli anni passati. Rimango sulla mia posizione e, tuttavia, non ritengo che questo dissenso che c’è tra noi e la maggioranza del partito sul tema dell’Afghanistan debba essere drammatizzato, così come è stato fatto dal nostro segretario”.

Perché Giordano è arrivato perfino a minacciare l’espulsione?
“Evidentemente perché si vive una difficoltà. Che è quella di una permanenza in un governo, dove, purtroppo, al contrario di quello che noi auspichiamo, alcune scelte vengono fatte in modo non positivo. Certamente c’è una sofferenza”.

Ovvero?
“C’è questa questione dell’Afghanistan ma c’è anche un passaggio futuro, quello sulla Finanziaria, che non sarà certo facile e quindi si ritiene di dover mettere un po’ in riga chi ha dissentito ora. Ritengo che sia un metodo sbagliato, perché i problemi politici si affrontano in modo politico e non in modo burocratico-amministrativo”.

Sulla Finanziaria quindi potrebbero esserci altri problemi nella maggioranza…
“Certamente sarà un momento non facile, perché la manovra ha un’entità economica pesante. Si parla di 35 miliardi di euro. Come è noto, all’interno dell’Unione ci sono propensioni diverse su come reperire questi fondi. C’è chi, come noi, vuole far pagare chi non ha mai pagato in questi anni e si è arricchito; e c’è chi, come il ministro dell’Economia, ritiene che si debba nuovamente mettere mano alle pensioni, alla sanità e al pubblico impiego. E quindi ridurre lo stato sociale. Su questi temi sarà una discussione assai impegnativa”.

Secondo Berlusconi il governo Prodi cadrà proprio sulla Finanziaria…
“E’ da quando ha perso le elezioni che Berlusconi prevede la caduta del governo in tutti i passaggi. Non credo che cadrà sulla Finanziaria. L’esecutivo ha al suo interno molteplici posizioni e tutte le volte che affronta i temi complessi come quelli di politica estera e di politica economica deve cercare una sintesi tra le varie posizioni. Cosa non facile, ma spero e credo che potrà riuscirci anche con la legge finanziaria”.

Comunque voi siete pronti a dare battaglia e a far valere le vostre ragioni…
“Questo sempre e comunque. Noi non siamo stati eletti per dire di sì, siamo stati eletti per cercare di rappresentare delle istanze che purtroppo in questi anni non sono mai state rappresentate. Quelle dei ceti più deboli, che hanno pagato e oggi vivono in una condizione economica di disagio sociale. Sarebbe ben strano che dopo aver battuto Berlusconi, dopo aver insediato un governo dell’Unione con la presenza dei comunisti… questo tema non venisse affrontato in modo diverso rispetto agli anni passati”.