I “piccoli” dell’Unione in rivolta «Se si va avanti così sarà crisi»

Dovrebbe tenersi il 10 gennaio il vertice di maggioranza sulla legge elettorale chiesto con forza dai partiti minori della coalizione. Lo ha annunciato il capogruppo Pd alla Camera Antonello Soro. «L’orientamento, condiviso con il presidente del Consiglio Romano Prodi, è di fissare il vertice il 10 gennaio e chiedere al presidente della commissione Affari costituzionali del Senato Enzo Bianco di posticipare al 20 gennaio il termine degli emendamenti», ha detto Soro. Ma la tensione nel centrosinistra resta alta. Mala tensione resta alta nella maggioranza. I “piccoli” dell’Unione ieri hanno protestato per l’iter della riforma della legge elettorale e abbandonato la riunione dei capigruppo dell’Unione. Verdi, Pdci, Udeur e i socialisti sono quelli ad aver puntato di più i piedi, arrivando ad abbandonare la riunione che aveva all’ordine del giorno la finanziaria. Ma della manovra non si è mai parlato, l’unico tema è stato la legge elettorale. Anche Italia dei valori e Sinistra democratica contestano il metodo. Nessun commento da Rifondazione comunista. In sostanza Verdi, Udeur, Pdci e socialisti hanno chiesto un chiarimento immediato sulla legge elettorale sotto la minaccia del rallentamento della Finanziaria. «È inaccettabile che vengano fissati i lavori e il termine per gli emendamenti senza che ci sia stata una riunione di maggioranza. Rivolgiamo un appello a Prodi per ripristinare le regole di trasparenza nella maggioranza», ha spiegato il capogruppo dei Verdi a Montecitorio Angelo Bonelli.
ROBERTO VILLETTI (socialisti) ha rincarato: «Non è possibile che ci sia una maggioranza trasversale per la legge elettorale e una maggioranza di governo contrapposta. O arriva un chiarimento subito oppure ci sarà uno stop alla Finanziaria». Il che non significa un voto contrario, ma un rallentamento dei lavori. Posizione diversa per Titti Di Salvo (Sinistra democratica): «Noi partecipiamo ai lavori e votiamo regolarmente, ma c’è un problema di pari dignità». Secondo Mauro Fabris (Udeur) «sulla Finanziaria non è uno stop, ma un pit-stop, cioè una sosta tecnica per fare rifornimento». E Mastella torna alla carica: «Veltroni si crede Nembo Kid. Presenteremo mille-duemila emendamenti».»