I neonazisti al 7 per cento nel Land della Merkel

I neo-nazisti della Npd siederanno nel nuovo Parlamento regionale del Meclemburgo, il Land nord-orientale della Germania, al confine con la Polonia. Le prime proiezioni del voto di ieri danno il Partito nazionalista tedesco intorno al 7%, due punti sopra la soglia di sbarramento indispensabile per entrare nel Landtag. Anche se non trovano conferma le più allarmate previsioni della vigilia, quando alcuni sondaggi davano la Npd sopra il 10%, il risultato di Schwerin rimane grave: dopo la Sassonia, dove nel 2004 la destra radicale ebbe un punteggio a due cifre, il Meclemburgo è il secondo Stato federale dove l’ estrema destra xenofoba e razzista riesce a farsi strada, aizzando lo scontento popolare legato soprattutto all’ alta disoccupazione e ai tagli al welfare. Inquietante è che per la prima volta, la Npd sia riuscita a perseguire una doppia strategia, presentandosi da un lato come campione della piccola gente, ma dall’ altro incoraggiando discretamente una campagna intimidatoria, da cui non ha mai voluto prendere apertamente le distanze: molti episodi di violenza da parte di nazi-skin hanno infatti accompagnato il confronto elettorale. È il premier socialdemocratico Harald Ringstorff a suonare l’ allarme, definendo l’ esito del voto «catastrofico» per il Land: «Ora – ha aggiunto – dovremo confrontarci democraticamente con la marea bruna». Dalle urne Ringstorff incassa una drammatica sconfitta, anche se potrà continuare a governare. La sua Spd ottiene infatti appena il 30%, una perdita secca di oltre 10 punti sul 2001. Rimane tuttavia prima forza ed è ancora in grado di allearsi con Die Linke, il partito della sinistra, che si rafforza e passa dal 16,4 al 17,4%. Delusa la Cdu, che sperava di sorpassare i socialdemocratici e invece scende dal 31,4 al 28.8%. In forte avanzata i liberali della Fdp: raddoppiano i loro voti (dal 4,7 al 10%) ed entrano per la prima volta in Parlamento. Si è votato anche per il rinnovo del Senato di Berlino. Ma nella capitale funziona l’ effetto Wowereit, il popolare borgomastro gay che trascina il partito alla vittoria, a dispetto di una gestione amministrativa mediocre e appesantita dalla necessità di ripianare il colossale debito della città. Così, la Spd si colloca sopra il 31%, migliorando di un punto e mezzo il risultato del 2001, ed è certa di rimanere al potere, con la formula che vorrà e giudicherà più conveniente. I socialdemocratici si ritrovano addirittura con tre opzioni di governo possibili: potranno infatti continuare l’ alleanza degli ultimi cinque anni con la ridimensionata Die Linke, travolta dalla scissione interna e scesa al 13,3%, con una perdita secca di oltre 9 punti. Oppure dar vita a una coalizione con i Verdi, veri vincitori della partita berlinese, che passano dal 9,1 al 13,5%. Ma poiché in entrambi i casi si tratterebbe di maggioranze striminziate, con 6 o 7 seggi di scarto, Klaus Wowereit potrebbe teoricamente decidere di seguire il modello federale e imbarcare la Cdu, che perde più di 2 punti e scende al minimo storico del 21,4%. Delusa dal voto di Berlino è anche la Fdp, il partito liberale che scende dal 9,9 al 7,2%, in controtendenza ai sondaggi nazionali dove viaggia sul 15%. Probabilmente la scelta del borgomastro sarà tra Die Linke e i Verdi, con qualche probabilità in più per questi ultimi. Commentando il voto, Wowereit si è comunque lasciato mani libere: ha detto che avvierà colloqui con entrambi i partiti minori, precisando che governerà con «coloro i quali sarà possibile più socialdemocrazia».