I metalmeccanici riaprono la trattativa

Si riparte. Anche se la strada è ancora in salita. Dopo una riunione di un’ora, mentre giungevano notizie di una escalation della lotta con blocchi stradali, sit-in sui binari, manifestazioni e cortei da Torino a Bologna a Termini Imerese, Fe
dermeccanica ha de-
ciso di riprendere la trattativa per il rinnovo del secondo biennio del contratto dei metalmeccanici interrotta giovedì scorso. Con Fiom, Fim e Uilm gli industriali si rivedranno oggi pomeriggio alle 16, nella sede di Confindustria. Una buona notizia. «Siamo pronti a riprendere il negoziato augurandoci che ci siano le condizioni per una conclusione rapida e positiva» – afferma il leader della Fiom, Gianni Rinaldini, che questa mattina introdurrà, sull’argomento, la riunione del Comitato centrale dell’organizzazione.
Il problema è capire quali saranno le basi sulle quali si riapre il confronto. Cioè i limiti del mandato che gli imprenditori hanno affidato (all’unanimità) al loro presidente, Massimo Calearo. Le posizioni del sindacato – che ha a più riprese dichiarato di non essere disposto a scendere sotto i 100 euro di aumento – sono note. «E se non è cambiato nulla, la nostra risposta la conoscono già» – chiosa il numero uno della Fim, Giorgio Caprioli. Anche perché dopo una trattativa che si è trascinata per più di un anno ed è già costata 60 ore di sciopero, i lavoratori si attendono un adeguato riconoscimento economico.
I primi segnali da parte degli imprenditori non sembrano dei più incoraggianti. Calearo, nelle sue dichiariazioni dopo la riunione, ha badato a mettere bene in mostra i muscoli. Ha criticato i blocchi stradali («uno strumento antidemocratico»), riecheggiando l’accusa di illegalità lanciata dal governo, poi ha aggiunto: «Qualcuno continua a dire assolutamente 100: noi diciamo assolutamente no a 100. Partiamo da 94,5 euro e con sei mesi di allungamento». Cioè esattamente da dove la scorsa settimana è stato sospeso il confronto. A contare, tuttavia, saranno le offerte avanzate al tavolo di trattativa. E nella dichiarazione del presidente c’è quel «partiamo» benaugurante. Margini di mediazione ce ne dovranno necessariamente essere. Quali, si vedrà. Anche perché l’impressione – dopo i lunghi faccia a faccia tra le parti delle scorse settimane su apprendistatoe mercato del lavoro (oltre che sulla flessibilità dell’orario) – è che se sarà finalmente no-stop non sarà esclusivamente sulla parte economica.
In gioco, poi, ci sono anche i 25 euro richiesti – in aggiunta ai 105 rivendicati in piattaforma – per i lavoratori che non fanno contrattazione aziendale, una platea che gli imprenditori intendono restringere. E il prolungamento della durata del contratto, che di fatto si traduce in un contenimento degli effetti economici degli aumenti che saranno concordati.
«Ci auguriamo – dice il responsabile Lavoro dei Ds, Cesare Damiano – che le decisioni assunte da Federmeccanica vadano nella direzione di una soluzione dei problemi rimasti aperti. Il rinnovo del contratto è una esigenza per il paese, per le imprese e per i lavoratori».
E se non ci sarà accordo? La Fiom di Bologna ha un’idea: «Mandiamo un metalmeccanico in tuta blu necasa del Grande fratello. A portare un po’ di realtà nella grande finzione».