I film di Churchill e Stalin

II GUERRA MONDIALE

«Caro Josip, Stalingrado è superbo». «Caro Winston, ancheVittoria nel deserto». L’affettuoso carteggio tra Mosca e Londra, contro la riscrittura della storia
«AWiston Churchill, Primo Ministro di Gran Bretagna Cordiali auguri per il vostro genetliaco. Io vi auguro sinceramente il vigore e la salute, così essenziali per la distruzione dell’hitlerismo, il nemico del genere umano. I migliori saluti, Stalin» (30 novembre, 1941).

W. Churchill a J.V. Stalin

«I più vivi ringraziamenti per i vostri gentilissimi e amichevoli auguri per il mio genetliaco. Desidero cogliere l’occasione per significarvi l’ammirazione con cui il popolo britannico segue la strenua difesa di Leningrado e di Mosca da parte delle valorose armate russe e la gioia che tutti proviamo per la vostra brillante vittoria a Rostov sul Don» (ricevuto il 16 dicembre, 1941).

W. Churchill a J.V. Stalin

«Sono in viaggio per un abboccamento con il Presidente Roosevelt per discutere sui comuni piani di azione. Da Washington vi telegraferò tutte le informazioni sull’andamento delle cose. Prenderò contatto con Litvinov, come voi probabilmente desiderate.Non ho bisogno di dirvi quanto sia sollevato nell’apprendere quotidianamente notizie sulle notevoli vittorie sul fronte russo. Non sono mai stato così fiducioso sul futuro della guerra» (ricevuto il 21 dicembre, 1941).

W. Churchill a J. V. Stalin

«Vi invio i miei migliori auguri per il vostro genetliaco e spero che i futuri anniversari vi vedano capace di dare alla Russia vittoria, pace e sicurezza dopo tanta tempesta» (spedito il 27 dicembre, 1941).

J.V. Stalin a W. Churchill

«Molte grazie per i vostri gentili auguri per il mio genetliaco.Colgo l’occasione per porgere a voi e alle forze britanniche amiche le mie più sincere congratulazioni per le loro recenti vittorie in Libia» (15 gennaio, 1942).

W. Churchill a J. V. Stalin

«Sono molto contento di ricevere il vostro cortese telegramma che mi è giunto tramite il signor Litvinov il 9 gennaio. I nostri giornali sono piedi di elogi all’esercito russo e anch’io voglio esprimere la mia ammirazione per le grandi vittorie che hanno premiato l’abilità dei comandanti e la devozione dei soldati delle forze armate russe. Io insisto nei miei discorsi sull’estrema importanza della puntuale consegna alla Russia degli aiuti promessi. Vi porgo i migliori auguri per il nuovo anno» (spedito l’11 febbraio, 1942).

W. Churchill a J. V. Stalin

«Mi mancano le parole per esprimere l’ammirazione che tutti noi proviamo per i continui brillanti successi delle vostre armate di fronte all’invasore tedesco, ma non posso fare a meno di inviarvi qualche altra parola di gratitudine e di congratulazioni per tutto ciò che la Russia sta facendo per la causa comune» (spedito il 14 febbraio, 1942).

J. V. Stalin a W. Churchill

«Grazie per le vostre congratulazioni per i successi dell’Armata rossa. Malgrado le difficoltà incontrate sul fronte russo-germanico e sugli altri, non c’è dubbio per ora che la potente alleanza dell’Urss, Gran Bretagna e Stati uniti, schiaccerà il nemico e otterrà una completa vittoria» (ricevuto il 24 febbraio, 1942).

W. Churchill a J. V. Stalin

«Il ventiquattresimo anniversario della fondazione dell’Armata rossa è stato celebrato oggi, dopo otto mesi di una campagna che ha illuminato di grandissima gloria i suoi ufficiali e i suoi soldati e ha consegnato alla storia per sempre le sue gesta. In questa fiera circostanza io invio a voi, Capo del Comitato di Difesa dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, e a tutti i membri delle forze sovietiche, l’espressione dell’ammirazione e della gratitudine con le quali tutti i poli dell’Impero Britannico hanno seguito le loro imprese e della nostra fiducia nella vittoriosa fine del duro sforzo che insieme stiamo sostenendo contro il nemico comune» (28 maggio, 1942).

J. V. Stalin a W. Churchill

«Vi sono molto grato per i vostri amichevoli sentimenti e per gli auguri espressimi in occasione della firma del nuovo trattato.Sono sicuro che questo trattato avrà una grande importanza nel promuovere amichevoli relazioni tanto tra l’Unione Sovietica e la Gran Bretagna, che tra i nostri due Paesi e gli Stati uniti e che esso assicurerà una stretta cooperazione tra i nostri tre paesi dopo la vittoria. Spero anche che il vostro incontro con Molotov al suo ritorno dagli Stati uniti renderà possibile completare il lavoro ancora incompiuto. Riguardo alle misure per proteggere il convoglio, state pur sicuro che noi facciamo e continueremo a fare il massimo.Vi prego di accettare i miei sinceri auguri e la espressione della ferma fiducia nella nostra completa vittoria comune» (ricevuto il 21 giugno, 1942).

W. Churchill a J. V. Stalin

«Dato che l’Unione Sovietica entra ora nel suo secondo anno di guerra, io, come Primo Ministro della Gran Bretagna, nazione che, tra breve, entrerà nel quarto anno di guerra, porgo a voi, capo del grande popolo sovietico nostro alleato, la rinnovata espressione della nostra ammirazione per la meravigliosa resistenza opposta lo scorso anno dalle vostre forze armate, dalle bande partigiane e dai lavoratori civili, e della nostra ferma convinzione che questi successi saranno uguagliati e superati nei prossimi mesi. L’alleanza bellica dei nostri due Paesi e degli altri nostri alleati, ai quali si è aggiunto il validissimo apporto degli Stati Uniti d’America, metterà sicuramente in ginocchio i nostri nemici. Potete contare su di noi per ogni possibile forma di assistenza. Durante l’anno trascorso, da quando Hitler piombò su di voi senza preavviso, le relazioni amichevoli fra i nostri paesi e i nostri popoli si sono andate gradualmente rafforzando. Noi abbiamo pensato non soltanto al presente, ma anche al futuro e il nostro trattato di alleanza e collaborazione nella guerra contro la Germania di Hitler, concluso durante la recente visita di Molotov al nostro paese, è stato salutato dal popolo britannico con una gioia che ritengo pari a quella del popolo sovietico. Questo trattato costituisce un impegno a sconfiggere i nostri nemici e, quando la guerra sarà finita, a costruire una sicura pace per tutti i popoli amanti della libertà» (10 luglio, 1942).

W. Churchill a J. V. Stalin

«Ho appreso ora dal Presidente Roosevelt che avete consentito a trasferire alle nostre forze in Egitto 40 dei bombardieri Boston che avevano raggiunto Bassora diretti a voi. Era certo una dura richiesta da farsi in questo momento e io sono ancor più obbligato verso di voi per la vostra pronta e generosa risposta. Essi entreranno subito in azione dove i nostri aerei hanno già inflitto gravi perdite al nemico».

Personale e segreto di W. Churchill a J. V. Stalin

«Ho visto l’altra notte il film Stalingrado. E’ assolutamente superbo e avrà un eccezionale effetto sul nostro popolo» (29 marzo, 1943).

Personale e segreto di J.V. Stalin a W. Churchill

«Ieri sera ho visto, con i miei colleghi, il film Vittoria nel deserto che ci avete inviato, e ne siamo stati molto colpiti. Esso illustra chiaramente come stanno combattendo gli inglesi, e abilmente smentisce quegli scellerati – ne abbiamo anche nella nostra nazione – che asseriscono che l’Inghilterra non combatte, ma sta solamente a guardare. Attendo ansiosamente un altro film del genere, che mostri la vostra vittoria in Tunisia. Vittoria nel deserto sarà messo in circolazione fra le nostre armate al fronte e proiettato al pubblico» (20 marzo, 1943).

Personale e segretissimo di W. Churchill a J. V. Stalin

«Ho terminato di leggere con estrema soddisfazione e ammirazione il vostro splendido discorso del 1° maggio, e in modo particolare apprezzo il riferimento allo sforzo comune degli Alleati e potete senza dubbio contare sul mio appoggio per fare quanto è in mio potere “per spezzare la spina dorsale della bestia fascista”».

Messaggio di J. V. Stalin a W. Churchill

Vi invierò col prossimo corriere la musica del nuovo inno sovietico. V. M. Molotov mi ha incaricato di ringraziarvi a nome suo per i vostri saluti e di trasmettervi i suoi migliori auguri. Sono pienamente d’accordo con voi sull’utilità di frequenti incontri» (2 gennaio, 1944).

Personale e segretissimo di W. Churchill a J. V. Stalin

«Le splendide avanzate che state facendo oltre Vitebsk e ad ovest e sud-ovest di Kiev riempiono di gioia i nostri cuori. Spero di poter dare prima della fine del mese un piccolo contributo per il quale ho lavorato. Intanto ogni cosa va a gonfie vele per «Overlord». Il generale Montgomery è passato di qui nel corso del suo trasferimento per prendere il comando del suo gruppo d’armate. Egli ha, naturalmente, le sue idee particolari sui dettagli del piano, ma è pieno di voglia di impegnare il nemico e di fiducia nei risultati. 2) Il presidente Benes deve venirmi a visitare oggi. E’ un uomo saggio e potrebbe essere d’aiuto per potare la Polonia alla ragione. 3) Mi sto sforzando di giorno in giorno. Beaverbrook è con me e vi invia i suoi più calorosi saluti. Mio figlio Randolph sta per essere paracadutato presso Tito col generale di brigata Maclean, capo della nostra missione, così sarà tenuto bene informato. Tutti gli ufficiali hanno ricevuto istruzioni di lavorare nella più stretta armonia con qualunque missione voi possiate inviare. Molti ringraziamenti per il vostro aiuto per i greci» (5 gennaio, 1944).

Dal rapporto di Harry Hopkins

La notizia che la Germania ha invaso l’Unione sovietica arriva a Washington la notte del 21 giugno. «Gli isolazionisti – racconta Sherwood – accolsero la notizia con immediate manifestazioni di esultanza. Ora erano liberi di tornare al ritornello che il nazismo rappresentasse l’unico baluardo contro il bolscevismo». Per parte sua il segretario alla guerra, Stimson, considera il fatto «un prezioso ed imprevisto periodo di respiro. Per me l’azione della Germania è provvidenziale». L’opinione del dipartimento della guerra è che la Russia potrà essere sconfitta in un anno e tre mesi al massimo. Churchill però reagisce in tutt’altro modo e dice: «Questo vampiro avido di sangue vuol lanciare i suoi eserciti motorizzati su nuovi campi di massacro, di saccheggio e di devastazione. Poveri come sono i contadini, gli operai ed i soldati russi, egli ruberà loro il pane quotidiano; divorerà i loro raccolti; li spoglierà del petrolio che serve a condurre gli aratri, e produrrà una carestia senza esempio nella storia umana. Porterà strage e rovina al popolo russo, con la sua vittoria, se l’otterrà – poiché non l’ha ancora ottenuta -, e questo non sarà che il primo passo del suo rullo compressore per schiacciare successivamente i quattrocento o cinquecento milioni di abitanti della Cina e i trecentocinquanta dell’India, travolgendoli nell’abisso della degradazione umana, sul quale sventolerà come emblema il diabolico simbolo della svastica. Non si esagera affermando in questa sera di estate che la vita e la felicità di mille milioni di altri uomini sono minacciate dalla brutale violenza nazista».

Dopo questo discorso del premier britannico, Roosevelt si sentì spinto a dare a Mosca ogni possibile aiuto, proprio come aveva deciso Churchill. Il 28 luglio l’aereo Pby Catalina W6416 atterrava ad Arcangelo in Unione sovietica con a bordo Hopkins, inviato dal presidente americano presso Stalin. Ecco alcuni stralci del rapporto dopo il primo incontro: «Dissi a Stalin che ero venuto come rappresentante personale del presidente. Roosevelt considerava Hitler come il nemico del genere umano e desiderava aiutare la Russia nella lotta impegnata contro la Germania. Gli dissi che la mia non era una missione diplomatica, nel senso che io non ero venuto a proporre nessuna intesa ufficiale o accordo di qualsiasi genere e grado. Gli espressi il pensiero del presidente che attualmente il compito più importante dell’umanità fosse di sconfiggere Hitler e l’hitlerismo. E gli garantii che il presidente e il governo degli Stati uniti erano decisi a concedere all’Unione sovietica ogni aiuto, nel più breve tempo. Dissi a Stalin d’essere latore di alcuni messaggi del presidente e gli spiegai quali fossero le mie relazioni con l’amministrazione di Washington. Gli feci sapere di avere appena lasciato Londra, dove Churchill in persona mi aveva pregato di esprimergli gli stessi sentimenti che gli avevo espresso da parte del presidente. Stalin rispose ch’era lieto di darmi il benvenuto nell’Unione sovietica; era già stato informato della mia visita. Venendo a Hitler e alla Germania, Stalin parlò della necessità di raggiungere un minimo di intesa morale fra le nazioni, perché senza di ciò le nazioni non avrebbero più potuto coesistere. Dichiarò che gli attuali caporioni della Germania non avevano la minima moralità e rappresentavano nel mondo una forza antisociale. I tedeschi erano un popolo che senza pensarci un momento poteva firmare oggi un trattato per romperlo domani e firmarne uno nuovo il giorno dopo.

Le nazioni devono osservare gli obblighi dei trattati, o la società internazionale avrà finito di esistere. Quand’ebbe terminato questo suo sguardo a volo di uccello all’attività internazionale e sull’atteggiamento Russo verso la Germania, aggiunse: «Vedo, dunque, che le nostre idee coincidono».

Dissi a Stalin che il mio soggiorno a Mosca sarebbe stato breve, e desideravo occupare intensamente il poco tempo a disposizione. Gli chiesi quindi se preferiva continuare personalmente le nostre conversazioni o desiderava ch’io discutessi le questioni secondarie con altri funzionari del Governo sovietico. Non mancai naturalmente di affermare che preferivo conferire direttamente con lui, ma capivo ch’egli aveva molte responsabilità da assolvere e non mi avrebbe forse potuto dedicare molto tempo. Gli dissi che avevo alcuni messaggi personali del Presidente da consegnare a tempo opportuno.

Stalin rispose: «Voi siete nostro ospite: non avete che da comandare». Mi disse che sarebbe stato a mia disposizione tutti i giorni dalle sei alle sette. Acconsentì poi ch’io conferissi con i rappresentanti dell’Armata rossa quella sera alle dieci.

Ripetei a Stalin i sensi della stima di tutto il popolo americano per la splendida resistenza dell’Armata sovietica, e riaffermai la decisione di fare tutto il possibile per aiutare l’Unione sovietica nella valida lotta contro il Tedesco invasore.