I fascisti sudamericani incitano all’assassinio del presidente venezuelano Chavez

Il commento è stato pubblicato in Tribuna Popular, organo del Partito Comunista del Venezuela

Il giornalista peruviano Jaime Bayly e l’attore venezuelano Orlando Urdaneta incitano al colpo di Stato e all’assassinio del presidente del Venezuela in un’intervista diffusa dal canale MegaTV di Miami. L’intervista è stata realizzata lo scorso 30 novembre.

Questi autoproclamatisi democratici sanno di godere dell’impunità che gli deriva dall’essere alleati e complici dell’imperialismo e difensori ad oltranza del capitalismo assassino. Sanno anche che possono dire queste e molte altre cose pure peggiori senza che nessuno gli vada a chiedere conto di ciò, sebbene stiano invitando apertamente all’assassinio di una persona eletta democraticamente dal popolo venezuelano, e al rovesciamento della democrazia più rappresentativa e partecipativa di tutte quelle che esistono nel mondo, la democrazia che il popolo venezuelano ha voluto darsi attraverso procedure democratiche.

Urdaneta ha, innanzitutto, cercato di difendere, senza successo, la teoria del “golpe morbido” e della “rivoluzione colorata”, del tipo di quelle attuate nella Serbia di Milosevic e in alcuni altri paesi del mondo, specialmente nello spazio dell’ex URSS.

Di fronte ai dubbi espressi dal fascista suo interlocutore rispetto al fatto che una mobilitazione simile possa avere successo in Venezuela (dove persino costoro riconoscono che Chavez può contare su un grande appoggio popolare), entrambi hanno finito per esprimere il desiderio che qualcuno (un militare patriota o simile) faccia sparire fisicamente Hugo Chavez, in poche parole, chiamando apertamente all’assassinio del presidente.

Bayly, inoltre, si è augurato anche la morte di Fidel e Raul Castro, di Daniel Ortega e di Evo Morales, mentre Urdaneta non ha smesso di ripetere, da buon cristiano, che ogni giorno prega perché ciò succeda. Fascismo puro e duro, crudele e senza scrupoli.