C’è il rischio di imboccare «scorciatoie che imbarbariscono il nostro ordinamento» e mettere in atto «attività repressive che confliggono con la dignità umana che è un valore universale». Carlo Mezzanotte e Guido Neppi Modona — ex vicepresidenti della Consulta e relatori delle sentenze della Consulta che nel 2004 bocciarono parte della legge Bossi-Fini — mettono in guardia i legislatori dal varare norme che potrebbero confliggere con la Costituzione. Neppi Modona spiega che ogni provvedimento di espulsione deve essere convalidato ed ha perplessità a proposito del fatto che la convalida continui ad essere affidata ai giudici di pace anziché alla magistratura ordinaria. Inoltre, dice il giurista torinese, l’espulsione sulla base dell’incompatibilità “con l’ordinaria convivenza” è un’indicazione generica, non ancorata alla commissione di reati, che rischia di violare l’articolo 13 della Costituzione sulla libertà personale.
Anche Mezzanotte è perplesso: «Da parte dello Stato — dice — non ci possono essere attività repressive che violano la dignità umana, valore questo che riguarda i cittadini italiani, quelli Ue ed extracomunitari». L’ordine di espulsione deve dunque avere il vaglio dell’autorità giudiziaria che è una garanzia imprescindibile. Mezzanotte, a differenza di Neppi Modona, ritiene però che il giudice di pace sia in grado di «valutare pienamente tutti gli elementi di fatto». Ma anche lui mette in guardia dal pericolo di derive: «Quando succedono fatti gravi come quello dei giorni scorsi, si rischia un’azione repressiva che confligge con la dignità umana. Passata l’emergenza, resta una legislazione barbara».