GUERRA 0 ORDINE

Sembra proprio che nei progetti dei signori della guerra con le mostrine atlantiche Vicenza debba diventare uno dei nodi fondamentali dell’apparato militare della guerra globale permanente.
Infatti a fianco dei progetti statunitensi di raddoppio nell’aeroporto Dal Molin della propria presenza militare, in una piccola caserma collocata a mezza strada tra il centro città e il Dal Molin, sono presenti due strutture, nate solo pochi anni fa, ma che andranno sempre più a rivestire un ruolo importante negli scenari della guerra globale permanente. Se infatti forze prettamente militari, come la 173^ brigata aviotrasportata, sono quelle che negli attuali scenari di guerra, come Iraq e Afghanistan sono destinate a sostenere l’urto principale, nella città berica i carabi^ nieri hanno dato vita a due enti che hanno i(compito di preparare truppe specializzate per quelle fasi della guerra dove occorre consolidare l’occupazione attraverso il controllo dell’ordine pubblico. Si tratta del Comando centrale della Forza di gendarmeria europea e del Centro di eccellenza per le Stability Polite Unit

GENDARMERIA EUROPEA
Il trattato istitutivo della forza di Gendarmeria europea è stato firmato nello scorso ottobre dal ministro della Difesa Parisi a Valsen in Olanda, insieme ai rappresentati di Francia, Spagna, Portogallo e Olanda, cioè gli stati dell’Ue che dispongono di forze di polizia militarizzata come appunto i Carabinieri italiani o la Gendarmerié francese.
Questi cinque paesi metteranno quindi a disposizioni 600 militari, che con le riserve potranno superare i 3.000, pronti a intervenire nelle aree di crisi con un preavviso di 30 giorni; tale forza è composta da una componente operativa, con compiti di mantenimento dell’ordine pubblico e gestione della sicurezza; una più investigativa, con capacità di indagine, inte(li~ gence e lotta al terrorismo; una per il supporto logistico.
Questa forza sarà impiegata, come avvenuto finora per le Msu (unità multinazionale specializzata), per l’intero spettro delle operazioni di pace, con compiti di polizia militare e di controllo dell’ordine pubblico, di coordinamento con la polizia locale e di collaborazione con le agenzie civili internazionali.
Nuovo strumento per l’esportazione della democrazia, questa Forza può dispiegare la sua massima funzione quando gli eserciti hanno già acquisito il controllo del territorio; anche se il suo impiego è previsto in tutte le fasi delle guerre umanitarie essendo in grado di affiancare le truppe già durante quella che viene definita la fase di “ingresso” nel teatro di operazioni.
La Forza è a disposizione dell’Unione europea, ma potrà essere attivata anche per missioni Onu, Nato o di altre coalizioni internazionale. La Gendarmeria non nasce oggi: la proposta di costituirla è stata avanzata a Roma nel 2003 nella riunione dei ministri della Difesa dell’Ue, nel 2004 è stata sottoscritta la dichiarazione di intenti e a gennaio 2006 vi è stata l’inaugurazione del quartier generale a Vicenza (slittata di una settimana per la mobilitazione del movimento contro la guerra).

ECCELLENZA ITALIANA
L’Italia partecipa a questo progetto mettendo a disposizione la sede del Comando, la caserma Chinotto a Vicenza e fornendo il contributo più rilevante in termini di personale. L’apporto maggiore però è stato nell’elaborazione del progetto; infatti se l’iniziativa nasce da una proposta francese il modello a cui si è ispirata è invece quello delle Msu inventata dai Carabinieri su richiesta della Nato che nella seconda metà degli anni Novanta si è accorta di aver bisogno, al seguito dei propri eserciti impegnati in missioni di “pace”, di una forza multinazionale di polizia addestrata per operare in situazioni civili di grande instabilità e capace di utilizzare una apposita “capacità militare specificatamente indim rizzata nel campo della sicurezza pubblica” [1).
Il contributo francese è invece il centro di addestramento di Saint Aster, dove sul set di una città occidentale costruita ex novo gli agenti di Eurogendfor, ma non solo, si addestrano all’ordine pubblico, ricoprendo anche il ruolo di manifestanti, con tanto di jeans, bandiere e zainetti; cioè come quelli visti dal senatore Malabarba il 20 luglio 2001 a Genova nel centro operativo dei carabinieri.
Ma non si tratta solo di reparti operativi. l’impiego di capacità militari in situazione di ordine pubblico viene anche insegnato a interessati studenti del terzo mondo. Infatti nella stessa caserma Chinotto ha sede anche il Centro di Eccellenza per le Stability Police Unit, una scuola di formazione di forze di pace sul modello, appunto, sperimentato dai Carabinieri.

SCUOLA DI POLIZIA
Il centro è promosso dal ministero degli Esteri e dalla Difesa, con il sostegno e la collaborazione statunitense e, anche se al vertice G8 di Sea Island del 2004 è stato presentato dall’allora presidente del consiglio come il contributo italiano alle operazioni di pace una nota di Washington lo definisce come una delle tre principali componenti dell’iniziativa statunitense Global Peace Operations [2). Obiettivo della scuola è quello di addestrare 3.000 istruttori di polizia militare entro il 2010, i quali tornati ai paesi di origine, dovranno sviluppare e formare forze di polizia militare pronte a essere schierate nelle operazioni di pace delle Nu o di altri organismi internazionali. La scuola, che è indirizzata soprattutto ma non esclusivamente ai paesi africani, ha visto passare “studenti” provenienti da Camerun, India, Giordania, Kenia, Senegal, Nigeria, Serbia e Ucraina.
Ma il centro di Vicenza avrà anche il compito di sviluppare dottrine e procedure operative per l’impiego nelle missioni internazionali, compito che per tutto il 2006 è stato assegnato al generale Leonardo Leso. Oggi comandante della Divisione unità mobili dell’Arma, Leso, che ha iniziato la sua carriera negli anni Novanta in Somalia dove si verificarono violenze contro i civili, è stato tra i primi a capire la convenienza di poter disporre, nelle missioni internazionali, di personale con una funzione a metà tra esercito e polizia, partecipando allo sviluppo dottrinale e sul campo delle unità Msu; teoria e pratica che ci pare abbia poi impiegato anche a Genova dove è stato comandante del quartier generale dei Carabinieri.
Comunque non è certo da oggi che i carabinieri formano militari di altri paesi; tra i nomi del passato risulta anche un certo Siad Barre, il dittatore somalo che ha portato poi la Somalia nella condizione attuale.
Forse è pensando al dittatore somalo e all’esperienza di Genova che, intervenendo alla conclusione del primo corso del Coespu, il generale Leso ha tenuto a precisare che l’intenzione della scuola è di formare strumenti di pace e stabilità e non mezzi di distruzione o mera repressione.
Ma Leso non è l’unico carabiniere che partendo dalla Somalia arriva a Vicenza passando per Genova.
Oggi il comandante della forza di Gendarmeria europea è il colonnello Giovanni Truglio, già comandante di distaccamento in Somalia e come Leso proveniente dal reggimento Tuscania, impegnato a Genova come coordinatore delle “Compagnie di contenimento e intervento risolutivo” (Ccir) dei Carabinieri.
Questo ci fa pensare alla Gendarmeria europea come un forza impegnata non solo in lontani teatri di guerra. Le forze che la compongono non hanno solo compiti internazionali ma svolgono ordine pubblico nelle città europee. Inoltre attraverso i posti riservati l’accesso alle carriere iniziali nelle forze di polizia, oggi consentito solo ai volontari provenienti dalle forze armate, si realizza un travaso di esperienze da zone di guerra a strutture civili preposte alla pubblica sicurezza, realizzando così una militarizzazione di fatto dell’ordine pubblico.
Che si chiamino Msu, Gendarmeria europea o Ccir, siamo di fronte a un affinamento di strumenti di ordì -ne pubblico pesante, dove gli stessi corpi e gli stessi uomini, sono chiamati, indifferentemente, a gestire situazioni di ordine pubblico normale o situazioni di guerra.
Che nelle metropoli statunitensi sia già da anni evidente, almeno dalla rivolta di Los Angeles del 1992, la militarizzazione del controllo dell’ordine pubblico non è certo un motivo per accettarla anche in Europa.

NOTE
(1) “Un contributo importante: la Msu” su www.carabinieri.it
(2) italy.usembassy.gov/viewer/article.asp?article=/file 2006_10/alla/a6102306it.htm