Guarguaglini: le fregate si faranno

E il presidente sponsorizza per Spezia ti polo hi-tech della Difesa

La Spezia. In mezzo alle tante incertezze generate dai recisi tagli al bilancio della Difesa, una piccola luce si è accesa: la Freem, fregate multimissione europee si faranno.
Lo ha annunciato il presidente e amministratore delegato di Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini, interventuo ieri a Villa Marigola di Lerici al convengo organizzato da Dim Cisl, Fiom Cgil e Uilm sul tema “La Spezia: l’industria della Difesa nel contesto europeo. Un’opportunità per il territorio”. E che l’accordo italo-francese sulle fregate possa uscire dalle secche della mancata firma del governo italiano sembrerebbe un possibilità fondata, come hanno ribadito anche il senatore dei Ds, Lorenzo Forcieri e quello di Forza Italia, Luigi Grillo. «Io sono rimasto abbastanza ottimista – ha rimarcato Guarguaglini – Alla fine la commessa “Rinascimento” partirà con un programma minimo, ma partirà”.
In verità, del problema specifico del convegno, la strtegicità della Spezio nel comparto Difesa, si è parlato poco e forse alla luce delle risorse sempre più magre riservate all’industria armiera, si è preferito attendere tempi migliori per prendere impegni. «Perché se continua così – ha chiosato Forcieri – La Difesa diventerà un grande servizio sociale. Basti pensare che il 65% delle risorse va al mantenimento degli organici mentre su nuove tecnologie e ricerca si investe sempre di meno».
Alcune puntualizzazioni importanti però, il numero uno di Finmeccanica le ha messe sul tavolo, sollecitato dagli interventi dei delegati sindacali di Muggiano e Oto Melara. Alla domanda se sia ipotizzabile un distretto tecnologico della difesa con cuore pulsante alla Spezia, istituito per legge e dunque con la possibilità di usufruire delle agevolazioni previste, Guarguaglini è stato chiaro. “Certo che le possibilità ci sono tutte ma se vogliamo un distretto tecnologico, occorre spingere dal punto di vista politico. Per quanto ci riguarda, tempo un mese. siamo in grado di approntare un programma completo. Tecnologia e competenza non ci mancano di sicuro».
E’ insomma la politica a dover tracciare la rotta indicando obiettivi chiari. stesso concetto che Guarguaglini ha ribadito a un delegato del cantiere navale Muggiano preoccupato per la ventilata privatizzazione di Fincantieri. «Si può privatizzare in tanti modi: dipende dalle regole che un governo dà. Molti governi stranieri gestiscono l’industria dello spazio, della Difesa e dell’alta tecenologia senza bisogno di controllarne il capitale. La Bae inglese è il classico esempio.
I francesi. invece, vogliono una partecipazione più marcata. Si tratta dunque di coniugare l’esigenza di privatizzare reperendo denaro fresco con quella di considerare strategica l’industria salvaguardando la sua sopravvivenza. In Italia bisogna trovare questa strada».
A preoccupare, ovviamente, sono i tagli della Finanziaria che spingono Finmcccanica verso una sempre maggiore internazionalizzazione per ricavare profitti.