Quando – non dico tra qualche decennio, ma un po’ prima – si scriverà la storia della corruzione e decadenza del capitalismo italiano e del passaggio dell’Italia da paese industriale-terziario a terziario-industriale, certamente la vicenda della crisi di Telecom e della cacciata di Guido Rossi dalla carica di presidente avrà grande rilievo. Segnerà una data.
Guido Rossi non è nato ieri e ha ricchezza di cultura, non solo giuridica, e per questo ha accettato la sfida di tirar fuori Telecom dai guai (ci sono in ballo anche circa 80mila dipendenti). Ma per uscire dalla crisi – sempre secondo la cura Rossi – era necessario rispettare alcune regole di trasparenza e correttezza. Se un medico vuole guarire un malato prescrive medicine e comportamenti. Nel caso Tronchetti-Telecom non si trattava di salvare il malato, ma di salvare Tronchetti e magari assicurargli un buon gruzzolo. Così è venuto in luce il conflitto tra gli interessi dell’impresa e quelli del personaggio che (con il sistema delle scatole cinesi) con una quota di assoluta minoranza passava da padrone. E tutto questo in un concerto di banche che più stonato non poteva essere. Qualcuno ha ricordato i tempi in cui il direttore d’orchestra era Enrico Cuccia, ma quei tempi sono passati e non solo perché Cuccia non c’è più.
Questo è il quadro. Guido Rossi non proponeva di «irizzare» la Telecom o qualche altro «abusivo» intervento pubblico, ma solo l’applicazione di alcune regole che un capitalismo sano dovrebbe non solo accettare, ma sollecitare. Ma l’attuale capitalismo italiano non è affatto sano e piuttosto che cure mediche vuole droghe e trucchi che salvino posizione e soldi di chi in modo piuttosto imbroglionesco si è assicurato una posizione di comando. E non dimentichiamo lo scandalo delle intercettazioni. Quindi il medico va cacciato come una maledizione di dio. Poi Guido, di cognome, fa anche Rossi, che volete di più.
Di fronte a tutto questo è però inevitabile, doveroso, chiedersi che posizione prendono i fautori del cosiddetto partito democratico? A vedere l’Unità di ieri che dedica grandi titoli agli scontri all’Olimpico e a Prodi che dice sì al piano Fassino bisogna andare a pagina 9 per trovare un titolo filobancario su tutta la faccenda. Ma a parte l’Unità, che pure nella colonna a destra della prima pagina mette una nota e un commento, resta l’interrogativo per i volenterosi promotori del partito democratico. Alcune domande sono inevitabili: che giudizio dare del nostro attuale capitalismo? E’ possibile democratizzarlo? E come?
Quello di Telecom non è un incidente di percorso: è uno squarcio di luce sulla realtà. I nostri democratici pensano di fare qualcosa usando gli spuri connubi tra banca e politica? Insomma, se ci sono battano un colpo. Ma, forse, non ci sono.