Guai a occuparsi di Falluja.
Sequestrata a Bagdad anche Giuliana Sgrena del Manifesto
Sono ancora poche le notizie che abbiamo a disposizione sul sequestro di Giuliana Sgrena avvenuto questa mattina a Bagdad. Sappiamo che la corrispondente del Manifesto aveva chiamato alle 12.00 la redazione del giornale. Sappiamo che da lì a poco aveva un appuntamento con gli sfollati di Falluja ospitati in una moschea sunnita di Bagdad. Sappiamo che pochi minuti dopo la sua telefonata è stata sequestrata. Questo è tutto quello che sappiamo del sequestro di Giuliana Sgrena. Però sappiamo anche che in Iraq ogni giornalista o cooperante che ha voluto indagare su quanto avveniva a Falluja è stato sequestrato e in qualche caso ucciso come avvenuto a Baldoni. Da mesi ormai un silenzio tombale è sceso su Falluja e su quello che è accaduto durante il raid e i rastrellamenti delle truppe di occupazione statunitensi affiancate dai peshmerga kurdi e da consiglieri militari israeliani. A Falluja nessuno ha trovato Al Zarkawi che era stato utilizzato come pretesto per bombardare, assediare ed espugnare la città ma a Falluja, che aveva quasi 300.000 abitanti ne sono rimasti solo 15.000. Gli altri sono scomparsi o scappati ed è con questi che aveva appuntamento Giuliana Sgrena prima di essere anche lei sequestrata nel mattatoio iracheno. Il messaggio è chiaro: guai ad occuparsi di Falluja.