Grecia, occupato ministero delle Finanze

ATENE – La tensione è forte in Grecia all’indomani delle durissime misure anti deficit decise dal governo di Giorgio Papandreou. Trecento manifestanti del Fronte di lotta sindacale comunista (Pame) hanno occupato il ministero delle Finanze ad Atene in segno di protesta, annunciando di voler restare nell’edificio fino a venerdì, giorno dello sciopero generale. Sono riusciti a entrare all’alba, quindi, saliti su un terrazzo, hanno srotolato lo striscione “Sollevatevi, perché le misure non siano applicate”. Altri manifestanti hanno impedito ai dipendenti di entrare nel ministero.

SCIOPERO GENERALE – E la protesta va avanti: il Partito comunista Kke e il Pame hanno annunciato per venerdì una mobilitazione in tutto il Paese e convocato uno sciopero generale di 24 ore contro il pacchetto di austerità. Anche i due principali sindacati, Adedy (dipendenti pubblici) e Gsee (settore privato) hanno annunciato per venerdì una sospensione dal lavoro di tre ore in tutto il Paese contro le misure «antisociali e antioperaie» decise dal governo. In un comunicato si afferma che «le misure non passeranno» e si invitano i greci ad astenersi dal lavoro dalle 12 alla fine del turno (solitamente le 15) concentrandosi davanti al Parlamento per protestare. Adedy sta inoltre esaminando la possibilità di anticipare uno sciopero nazionale indetto per il 16 marzo, per coordinarlo con Gsee. Le manifestazioni sono già cominciate ad Atene, davanti al Parlamento, a Salonicco e in altre città, convocate soprattutto dal Pame. Il quotidiano comunista Rizospastis annuncia «Guerra alla guerra»: una risposta alla frase del premier Papandreou secondo cui «il Paese è in guerra» contro la crisi e la speculazione. Per il quotidiano «la guerra è quella sferrata dal governo del partito Pasok contro il popolo, in nome della borghesia».

Redazione online
04 marzo 2010