Tutti i pacifisti hanno il dovere di ringraziare i senatori che hanno fatto questa scelta e di rintuzzare le accuse di rompere con questo l’alleanza di governo. È il governo responsabile di operare un vergognoso rovesciamento ed un ricatto. Questi senatori non rompono nessun accordo. Non è una questione di opinione: i pacifisti hanno il dovere di non sottostare a questa logica, di non caricarsi di nessun senso di colpa! Se come sostengono le altre forze della coalizione gli accordi di governo non contengono nessun impegno per quanto riguarda la missione in Afghanistan, ne segue che nessuno può essere vincolato a scelte di una parte delle forze della coalizione. Porre il ricatto, con l’accusa di rompere l’alleanza di governo, è solo una forzatura per garantire la fedeltà atlantica e statunitense di questo governo, non molto diversa da quella del governo precedente. Una scelta che non ricade negli accordi della coalizione non vincola nessuno: se si riconosce al governo la libertà di fare questa scelta saltando a piè pari questioni morali fondamentali in nome della bassa cucina delle alleanze internazionali non si può in nessun modo negare ad altre forze della coalizione la piena libertà di pronunciarsi in modo diverso. Una questione COME QUESTA, se non ricade negli accordi di governo, diventa una questione di coscienza dei parlamentari, o di programma dei singoli partiti. Porre una questione di fiducia o sfiducia al governo è solo un RICATTO. Ritengo riprovevole che partiti che si dicono pacifisti non abbiano rispedito al mittente questo ricatto: e avrei voluto che altri parlamentari fossero coerenti in questa scelta [pur nel rispetto di sofferte scelte di coscienza, ma credo che più abbia giocato il ricatto].
La sola scelta democratica sarebbe stata che, qualora nel libero voto dei parlamentari il rifinanziamento della missione in Afghanistan NON fosse passato, NON SAREBBE CADUTO IL MONDO [sarebbe caduta solo, e fortunatamente, la credibilità atlantica di vassalli come D?Alema ed altri, che per andare al governo, anche con libere elezioni, hanno bisogno dell’avvallo di Washington]: era, e rimane, da rifiutare l?argomento secondo cui sarebbe in tal caso caduta la nostra fedeltà ad alleanze internazionali, poiché tali alleanze [che io comunque rifiuto, e che credo sarebbe ora di rimettere in discussione, altrimenti non avremo mai un mondo di pace] non hanno avuto nessuna investitura e legittimità.
Angelo
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Sono completamente d’accordo con Angelo Baracca e vorrei sollecitare tutte e tutti a esprimere solidarietà e sostegno ai parlamentari “ribelli”. In particolare, vorrei sollecitare Alex ad esprimersi subito pubblicamente.
Carissimo Alex, ci sono otto persone sottoposte ad un linciaggio morale perchè hanno dichiarato il loro NO in parlamento sul rifinanziamento delle missioni di guerra mentre Gino Strada continua a descriverci quella guerra in Afghanistan e la nostra complicità in quella guerra, a causa del totale servilismo alla NATO. Credo che il ripudio della guerra vada oltre qualunque considerazione di governo o di coalizione. Se i pacifisti fossero compatti e difendessero i loro pochi rappresentanti in Parlamento, allora il governo sarebbe costretto a cambiare ( cambiare natura del decreto, stabilendo una data di ritiro) anzichè agitare lo spauracchio di una caduta. Coraggio, esprimiamoci, scriviamo lettere e appelli. Diamo una mano ai pochi che ancora sanno dire NO. ALEX, TI PREGO FA’ QUALCOSA.
saluti nella