«SE il governo va a casa è un problema suo non nostro. Il sindacato fa il suo mestiere e non è amico di un governo piuttosto che di un altro. Voglio essere chiaro. Noi abbiamo scioperato contro Berlusconi e la legge Maroni e quindi non vedo perchè dovremmo avere un comportamento diverso con un Esecutivo che, seppur di sinistra, continua a riproporci l’innalzamento dell’età pensionabile». Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom-Cgil punta i piedi. Non è disposto a fare sconti a nessuno neanche se questo volesse dire contribuire a mettere in crisi il governo o finanche smarcarsi dalla Cgil che pure qualche apertura verso la proposta Damiano l’ha fatta. Ecco, partiamo da qui, dalla Cgil che nel direttivo si è mostrata favorevole all’ipotesi del ministro del Lavoro Damiano dello scalino abbinato agli incentivi.
La Fiom si smarca dalla Cgil?
«Innanzitutto non c’è ancora una posizione ufficiale della Cgil. Il direttivo non ” ha votato sulla maggiore disponibilità del segretario generale Epifani alla proposta Damiano. L’unica posizione ufficiale è quella per il superamento dello scalone Maroni.
E quando la disponibilità di Epifani verrà messa ai voti, che farete? Voterete contro?
«Sicuro, io voterò contro e di sicuro non sarò da solo. La proposta di Damiano è negativa perchè vuol dire nei fatti il mantenimento della legge Maroni». Ma l’aumento è di un solo anno e poi ci sono gli incentivi.
«La proposta di Damiano prevede incentivi per tre anni e se poi non danno il risultato sperato c’è l’innalzamento obbligatorio dell’età. Damiano arriva quindi allo stesso punto di Maroni. Non va bene. Se i lavoratori votassero verrebbe bocciata. La campagna sull’innalzamento dell’età pensionabile è essenzialmente ideologica, fondata su dati truccati».
Ma dall’aumento dell’età verrebbero risparmiati i lavori usuranti. Non è un buon compromesso?
«Trovo scandaloso che si possa aumentare età. Questa dei lavori usuranti è una favola. Dopo la riforma Dini si era detto che si sarebbe concesso a chi fa lavori usuranti di andare in pensione prima dei 57 anni. Tutti i governo non hanno fatto nulla». Bruxelles però dice che la vita media si è allungata e che la spesa previdenziale sale. Che ne dite?
«Bruxelles si basa su dati falsati. È una campagna me-diatica, è ridicolo fare previsioni sul 2050».
Ma a 57 anni si è ancora giovani per lavorare, perchè lasciare allora?
«Non sono io a dire che a 57 anni si deve andare in pensione ma lo dicono le aziende, il mercato. Un politico a 57 anni resta lì perchè fatica poco e sarebbe bene che alcuni a quell’età si mettessero a riposo». D’Alema ha osservato che chi va in pensione a 57 anni poi magari continua a lavorare ai nero e fa concorrenza ai giovani. Non è un buon motivo per alzare l’età di uscita?
«Direi che è il contrario. Allungando la permanenza sul lavoro diminuiscono gli spazi per l’occupazione. Ora saranno assunti 60.000 precari nella scuola ed è stato possibile solo perchè in 80.000 sono andati in pensione».
Ma il governo rischia di entrare in crisi sulle pensioni. Ve la sentite di assumervi la responsabilità di far cadere il governo?
«Se il governo va a casa sono problemi suoi. Io faccio il sindacalista e il sindacato deve rivendicare quello che ritiene giusto. Il governo ha scritto nel programma che voleva abolire lo scalone e se non è in grado di realizzare questo impegno è un problema suo, è una questione di lealtà. E non mi si dica che ci sono problemi di costi. Quando è stato scritto il programma l’economia andava peggio di ora».
Siete pronti allo sciopero anche se la Cgil accetta la proposta dèi governo?
«Se ci sarà un accordo la Cgil dovrà fere referendum e allora saranno i lavoratori a decidere. Se non c’è accordo mi pare evidente che anche la Cgil deve scioperare».