Un gruppo, capitanato da Alfonso Gianni e Gennaro Migliore, chiede di accelerare sulla Cosa rossa e di impostare il prossimo congresso di Rifondazione tutto sul nuovo soggetto della sinistra. Un altro spicchio, con Ramon Mantovani ed Elettra Deiana, invece non vuole smarrire la ragio-ne sociale di Prc.punta a una battaglia identitaria e mostra dei dubbi sull’alleanza con Mussi, Diliberto e Pecoraro. In mezzo, anche per rispettare il loro ruolo, il segretario Franco Giordano e l’unico ministro di Prc Paolo Ferrerò. Sono questi i blocchi di partenza del conclave della maggioranza di Rifondazione che si riunisce oggi e domani a Segni, antico feudo andreottiano in Ciociaria. L’obiettivo dei vertici di Prc è preparare le assise del 2008 senza arrivare a una spaccatura tra correnti come avvenne nel 2005 a Venezia. Gli effetti di quel congresso si sono visti in seguito; la crisi con Marco Ferrando, lo strappo consumato con l’ala trozkista di Malabarba, Cannavò,Turigliatto e Cremaschi, la tensione con i movimenti.
La maggioranza deve quindi trovare una nuova coesione per rispondere agli attacchi che vengono da sinistra e per risolvere la difficile convivenza nel governo, tanto più adesso che si affronta il nodo delle pensioni. Una Rifondazione che spinge per la Cosa rossa naturalmente si costringe a non rompere con l’esecutivo: significherebbe rompere con Sinistra democratica. «Ma nessuno di noi mette in discussione la presenza di Prc al governo — dice Alfonso Gianni —. Il problema sono i tempi della Cosa rossa. Per me l’obiettivo è il 2009, le elezioni europee. E dev’essere un soggetto unitario, non una confederazione». Bisogna fare in fretta, insomma. Fabio Mussi e Oliviero Diliberto hanno proposto una manifestazione unitaria in autunno per tutte le forze a sinistra del Pd. Giordano ha già definito la proposta «positiva». Adesso, nel conclave, Rifondazione deve decidere come e quando muoversi verso quel traguardo.