Golpe in Ecuador?

(Aggiornato alle ore 20,00)

Situazione tesissima in Ecuador, dopo che in mattinata migliaia di soldati e agenti di polizia hanno occupato diverse caserme di Guayaquil e le piste dell’aeroporto di Quito, ufficialmente per protestare contro una nuova legge che, a loro dire, riduce alcuni loro benefici economici. I media locali stanno mostrando immagini di polizioti o di soldati che hanno dato alle fiamme pneumatici nelle strade e hanno fatto ricorso ai gas lacrimogeni per interrompere la circolazione stradale. Sempre secondo i media, i militari avrebbero anche interrotto gli accessi stradali alla capitale e innalzato dei posti di blocco.

Immediatamente dopo l’inizio della rivolta il presidente del paese, Rafael Correa, ha tentato di parlare direttamente e di persona con alcuni ufficiali, con la quale ha avuto un violento alterco. ”Non farò nessun passo indietro e se volete occupare le caserme lasciando i cittadini indifesi, tradendo la vostra missione, fatelo pure”, ha urlato il capo dello Stato ai soldati che hanno occupato la principale caserma della capitale Quito. Secondo molti media latinoamericani i militari avrebbero risposto lanciando contro Correa bottiglie di vetro e addirittura gas lacrimogeni, e il Presidente sarebbe stato colpito alla testa e ricoverato in ospedale.

Molte città del paese sono state abbandonate dalle pattuglie delle forze dell’ordine, ed in alcuni quartieri già si segnalano attacchi alle banche o ai negozi, secondo alcuni media se la situazione perdurasse potrebbe scatenarsi un’assalto di massa agli esercizi commerciali lasciati sguarniti dalla Polizia. A metà mattinata infatti banche e negozi hanno deciso quasi ovunque di chiudere per evitare rapine. Anche le scuole hanno chiuso praticamente ovunque. Nel frattempo sono stati sospesi tutti i voli, sia nazionali sia internazionali, ufficialmente a causa dell’assenza dei controlli di sicurezza, ma in realtà, affermano alcuni esponenti politici e giornalisti, perchè gli scali sarebbero stati occupati da battaglioni fedeli a generali golpisti delle Forze Aeree che si sarebbero anche impossessati di alcune caserme.

Poco fa il capo del comando congiunto delle forze armate dell’Ecuador, il generale Luis Gonzalez, ha affermato che, di fronte alla preoccupante rivolta da parte delle forze di polizia scoppiata oggi a Quito ed in altre località, i militari “rimangono fedeli agli ordini del comandante in capo, il presidente Rafael Correa”, sottolineando che “l’Ecuador vive in uno stato di diritto”. Il generale ha poi assicurato che le forze armate possono garantire la sicurezza interna oltre che quella interna, assumendo le “misure che corrispondano a quanto richiesto dal governo”. Potrebbe essere il segnale che la situazione è sotto controllo, oppure, esattamente al contrario, che alcuni ambienti all’interno dell’esercito stanno pensando di approfittare del disordine e della tensione scatenata dalla polizia per prendere in mano la situazione e condizionare pesantemente il governo socialista di Correa inviso alle oligarchie e agli Stati Uniti. Alcuni attivisti sindacali e delle associazioni popolari e di sinistra hanno segnalato che in molti casi i loro telefoni cellulari non funzionano. Un segnale davvero molto preoccupante.
In un messaggio inviato alle 19.00 ora italiana, il Congresso Bolivariano dei Popoli denuncia un patto tra il leader del partito di destra Sociedad Patriotica guidato da Lucio Gutierrez, i vertici della Polizia e dell’Aeronautica Militare per realizzare un colpo di stato per esautorare il governo progressista del paese. Rispondendo all’appello di alcune organizzazioni popolari alcune centinaia di persone si sono già radunate davanti al Palazzo Presidenziale di Quito con l’intenzione di sbarrare la strada e impedire un eventuale assalto dell’esercito alla residenza di Rafael Correa. In contemporanea alcune centinaia di poliziotti e militari in divisa hanno fatto irruzione all’interno dell’edificio dell’Assemblea Nazionale ed hanno occupato il parlamento impedendo l’ingresso ai deputati accorsi.

Per analizzare la gravissima situazione che si è venuta a creare in Ecuador il Consiglio Permanente dell’Organizzazione degli Stati Americani ha indetto una riunione d’urgenza per le 20.30 di oggi ora italiana.

* Radio Citta’ Aperta