Gli Stati Uniti prevedono l’aumento della loro presenza militare nel sud est asiatico

Gli Stati Uniti aumenteranno il loro impegno militare in Asia, particolarmente nel sud est asiatico, malgrado gli annunci di restrizioni nel bilancio della Difesa. Lo ha annunciato, nei giorni scorsi, il Segretario alla difesa Robert Gates, nel corso della conferenza annuale degli alti responsabili militari del Pentagono.

Tra le misure prioritarie dell’intervento statunitense, Gates ha indicato l’aumento della presenza navale USA in Australia, il dispiegamento di unità navali da guerra a Singapore, e l’accelerazione del progetto “Air-sea battle”, che prevede una migliore integrazione tra marina e aviazione degli Stati Uniti, allo scopo di contrastare il crescente impegno di Pechino nella preparazione degli strumenti in grado di affrontare le portaerei USA che stazionano al largo delle coste cinesi.

“Nell’insieme, questi sviluppi dimostrano l’impegno degli Stati Uniti nel sostenere una robusta presenza militare in Asia – una presenza che garantisca la stabilità, che aiuti ed assicuri gli alleati scoraggiando e, in caso di necessità, mettendo in condizione di non nuocere i potenziali avversari”, ha dichiarato Robert Gates, che evita di citare esplicitamente la Cina tra questi “potenziali avversari”, contrariamente a quanto aveva dichiarato in occasione della precedente conferenza nel 2010.

Gates ha però riconosciuto che le guerre in Iraq e in Afghanistan hanno indebolito l’apparato militare statunitense e ha aggiunto che la richiesta di Obama di diminuire di 400 miliardi di dollari le spese militari, entro dodici anni, potrebbe complicare seriamente i progetti di sviluppo degli strumenti offensivi nello scenario asiatico.