I mezzi di comunicazione hanno parlato di un presunto pericolo di guerra tra due paesi fratelli come Colombia e Venezuela. In effetti, dietro i tamburi di guerra si trova il vero pericolo: la scalata militare degli USA in Colombia. Il governo degli Stati Uniti ha nella sua lista dei nemici il governo bolivariano del Venezuela. Washington ha partecipato attivamente al golpe militare-imprenditoriale del 2002 che allontanò per due giorni Hugo Chavez dalla presidenza.
I funzionari dei presidenti Bush e Obama hanno cospirato per indebolire il governo di Caracas mediante espedienti diplomatici e militari. Washington ha negato forniture belliche al Venezuela perché si trova nella sua lista di paesi nemici. Ha anche proibito a Brasile e Francia di venderle armi. Il Venezuela ha comperato le armi dalla Russia.
Il bilancio militare annuale del Venezuela è di 2.000 milioni di dollari. Vale a dire lo 0,3% del bilancio USA. Rappresenta la terza parte dei bilanci militari di Colombia e Cile, rispettivamente. Nell’attuale congiuntura, il Venezuela teme che il governo della Colombia venga spinto dagli USA ad operare in maniera irresponsabile.
Bogotà ha detto che non ha intenzione di attaccare il Venezuela. Ma pochi giorni fa ha firmato con Washington un trattato in base al quale gli USA occuperanno sette basi militari in prossimità della frontiera con il paese vicino. Gli USA riattiveranno la base militare di Palanquero – vicino a Bogotà – con uno stanziamento di 48 milioni di dollari approvato dal Congresso.
La giustificazione addotta dalla Forza Aerea al Congresso USA per sollecitare i 48 milioni di dollari per Palanquero è una dichiarazione di guerra. Si può riassumere in sei punti:
1. Secondo la Forza Aerea degli USA, “Palanquero garantisce le operazioni di spettro completo in tutta l’America del Sud”. Per spettro completo si intende l’utilizzo di tutti i rami delle forze armate in modo simultaneo.
2. Il bilancio approvato afferma che “la sicurezza e la stabilità degli USA sono sotto costante minaccia da parte di governi sudamericani, di insorgenze terroriste finanziate con il narcotraffico, della povertà endemica e dei frequenti disastri naturali”. Una dichiarazione di questo tipo comporta che gli Stati Uniti siano in stato di guerra permanente non solo contro tutti i popoli del mondo, ma anche con la propria stessa gente.
3. Aggiunge che “la forte relazione di cooperazione in materia di sicurezza (con la Colombia) offre l’opportunità di condurre operazioni di spettro completo in tutta l’America Latina”. In questo paragrafo si può comprendere la preoccupazione che il Venezuela rispetto al fatto che la Colombia si trasformi nella “portaerei” degli USA.
4. “L’ubicazione isolata (della base) aiuterà le capacità della Sicurezza Operativa e della Protezione della Forza, minimizzando il profilo della presenza militare degli USA”.
5. Nella richiesta della Forza Aerea si confessa che “la sua intenzione è di utilizzare l’infrastruttura presente al massimo possibile, di migliorare la capacità degli USA di rispondere rapidamente a una crisi e assicurare l’accesso alla regione e la presenza degli USA a un costo minimo”.
6. Il documento della Forza Aerea dice anche che “aumenterà le nostre capacità di “guerra spedita”, il che significa organizzare le forze armate di una nazione per lottare all’esterno, specialmente quando già stazionano in basi militari straniere”.
——-
fonte: http://www.alainet.org/active/34353<=es *Marco A. Gandásegui è docente dell’Università di Panamá e ricercatore associato del Centro de Estudios Latinoamericanos (CELA) Justo Arosemena http://marcoagandasegui.blogspot.com/ Traduzione di Mauro Gemma per http://www.lernesto.it