Pure la coscienza, come una camicia macchiata o anche solo sudata, va messa a lavare e ad asciugare, senza preoccuparsi del commento dei vicini sulle macchie. Perché Grass non l’ abbia fatto prima, nessuno può dirlo, perché nessuno può entrare nelle incertezze e contraddizioni della mente di un altro, capire cosa, oggettivamente e soggettivamente, un altro avrebbe potuto e dovuto dire o fare in certe circostanze. Tutto ciò diviene ancor più difficile quando entra in gioco un complesso così tortuoso e inibitorio come il passato nazista. Inoltre i ricordi mutano nel tempo, come dice un racconto di Svevo; spesso non si ricordano i fatti accaduti ma le deformazioni con cui negli anni la memoria li ha rivissuti e alterati. Ricordo tutto, ma non intendo niente, si dice nella «Coscienza di Zeno». L’ insinuazione che la tardiva recentissima confessione di Grass sia legata alla promozione del volume ora uscito è poco credibile, perché un Premio Nobel, e in particolare il grande autore dell’ immortale «Tamburo di latta», non hanno bisogno di espedienti sensazionali per lanciare un libro, come le ragazzine che ostentano prevedibili trasgressioni sessuali. Se così fosse, si tratterebbe comunque di un calcolo sbagliato, che si ritorce come un boomerang e si traduce in un danno duraturo, non compensato – alla fine nemmeno materialmente – da alcun record di vendite. Al di là dell’ episodio specifico, questa vicenda di Grass ha scandalizzato ed è stato un clamore così eccessivo e sproporzionato probabilmente anche perché si considerano, erroneamente, a priori gli scrittori e gli artisti – e tanto più quanto più sono grandi – come rappresentanti dello Spirito, quasi sacerdoti laici della verità, dell’ umanità e della giustizia, quali maestri di vita. Purtroppo non è vero; creare un’ opera d’ arte anche grande non garantisce affatto, come del resto sapeva bene Thomas Mann, il possesso permanente di qualità morali e nemmeno di un’ intelligenza capace di evitare le aberrazioni etiche e politiche. Molti tra i più grandi scrittori del secolo scorso sono stati fascisti, come Pirandello; nazisti o filo nazisti come il grandissimo Hamsun; antisemiti loro malgrado come l’ autodistruttivo e anch’ egli grandissimo Céline; stalinisti, come quegli scrittori francesi che andavano devotamente a Mosca ad assistere alla «Messa Rossa» ovvero alle impiccagioni staliniane di tanti loro compagni. Continuiamo ad amarli, a comprendere l’ itinerario autolesionista che li ha portati a queste automutilazioni spirituali e ad imparare da loro perfino valori essenziali quali l’ amore e la ribellione negati dalle perverse ideologie cui hanno indulto, ma certamente non possiamo attenderci da essi più chiarezza o saggezza che dalla così detta gente comune. Del resto anche Goethe ha scritto l’ immortale storia di Margherita, che ci insegna per sempre la pietà e la comprensione per lei, e alcuni anni più tardi ha votato per la condanna a morte di una ragazza che aveva commesso la stessa colpa di Margherita. Lo spirito soffia dove e quando vuole e non sempre nel cuore e nella mente di un grande scrittore; quando non soffia, ognuno è un povero diavolo capace di tutte le sciocchezze. Non è strano che non abbia soffiato sul Grass diciassettenne, in quel momento tremendo, e non sappiamo perché non abbia più tardi spazzato via come un vento quel peso dalla sua coscienza. Una cosa è certa. Questa vicenda strombazzata non sminuisce minimamente non solo la grandezza poetica di chi ha scritto «Il Tamburo di Latta», ma nemmeno la meritoria milizia etico-politica di Grass in tutti questi anni. Grass è stato uno scrittore impegnato nel senso migliore; ha saputo criticare e denunciare i difetti e le storture della Germania con durezza ma con moderazione ideologica, senza cedere mai alle sirene dell’ estremismo che anni fa seducevano tanti suoi colleghi, bensì battendosi per una concreta politica progressiva dei piccoli passi, celebrando – lui così prepotentemente aggressivo – il «passo della lumaca» della politica ossia i miglioramenti graduali del Paese, il senso responsabile delle reali possibilità. Il merito politico di essersi battuto per questi ideali resta, a prescindere dai fantasmi che sino a poco fa gli hanno impedito di sbarazzarsi di quel peso e dal rapporto che tutto ciò può avere o non avere con le classifiche dei bestseller.