Amsterdam, 4 luglio 2006
All’Egregio Presidente della Commissione Europea
Dottor Jose Manuel Barroso
B-1049 Bruxelles, Belgio
Egregio Presidente Barroso, abbiamo notato le dichiarazioni emesse il 30 gennaio, il 9 maggio e il 19 giugno 2006 a nome del Quartetto (Nazioni Unite, Stati Uniti, Unione Europea e Federazione Russa).
In queste dichiarazioni, il Quartetto ha approvato una proposta dell’Unione Europea per un meccanismo internazionale temporaneo, limitato in obiettivi e durata, che operi con piena trasparenza e responsabilità ed affronti alcune necessità del popolo palestinese, fra cui il sostegno ai servizi medici, ai rifornimenti di carburante, ai servizi pubblici e alle esigenze di base. Si spera che di trovare altri donatori, Israele compreso, che partecipino a questo meccanismo, che sarà rivisto dopo tre mesi.
Si richiede all’Autorità Palestinese di prendere un impegno a riguardo dei principi della non violenza, del riconoscimento di Israele e dell’accettazione di accordi precedenti, inclusa la Road Map. Ovviamente, queste richieste all’Autorità Palestinese sono essenziali, se ha da esserci una pace duratura.
Dobbiamo chiedere all’Unione Europea, tuttavia, perché la UE e gli altri componenti del Quartetto non abbiano posto una sola richiesta al Governo di Israele. Questo è particolarmente inquietante, alla luce delle attuali azioni di Israele nella Striscia di Gaza, a Gerusalemme e in Cisgiordania. È stato il Governo di Israele a rifiutare innumerevoli risoluzioni delle Nazioni Unite ed i propri obblighi, sanciti dalla Convenzione di Ginevra e dalla legge internazionale. Israele continua ad occupare e ad ampliare le colonie a Gerusalemme Est e in Cisgiordania. È stato il Governo di Israele ad annettere vaste zone della Cisgiordania. Israele ha ignorato la decisione della Corte Internazionale di Giustizia, nel luglio 2004, riguardante la costruzione del Muro di Separazione, e ha istituito un sistema stradale di apartheid, nonché molti posti di blocco nella Cisgiordania Occupata.
Dovrebbe essere evidente agli Stati Membri dell’Unione Europea che il Governo di Israele non ha fatto alcuna concessione che porti alla pace israelo-palestinese. Ci domandiamo se il Governo di Israele abbia riconosciuto il diritto dei palestinesi ad esistere e ad autodeterminarsi.
Oltre a ciò, le esecuzioni extragiudiziarie, gli arresti e le uccisioni immotivate, da parte dell’esercito israeliano, di civili palestinesi – donne, bambini e uomini – nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania non possono essere per alcun motivo giustificate. Il Governo di Israele ha dichiarato apertamente che intende continuare con queste azioni, benché siano state criticate in tutto il mondo, anche dal Segretario Generale delle Nazioni Unite. Domandiamo ai funzionari dell’Unione Europea quanti innocenti saranno uccisi nella Striscia di Gaza prima che si frenino le politiche omicide di Israele contro una popolazione imprigionata. Mentre esprimiamo una totale condanna dei lanci di missili Qassam da Gaza contro Sderot, è impossibile paragonarli agli attacchi aerei, alle bombe suono, al cannoneggiamento costante, via terra e via mare, dall’esercito israeliano, che ha le armi e gli aerei militari più moderni.
Il messaggio comunicato dall’Unione Europea è quindi assai inquietante. Con il permettere al Governo di Israele di dettare le sue richieste e di rifiutare la legge internazionale, e con il boicottare nel contempo il Governo palestinese democraticamente eletto – e quindi, il popolo palestinese -, la UE agisce politicamente in modo gravemente squilibrato. A causa del protrarsi dell’occupazione israeliana, che distrugge la società palestinese, i palestinesi sono diventati sempre più dipendenti dall’aiuto esterno. È per loro umiliante essere costretti ad accettare elemosine quando, se fosse loro concesso avere finalmente il loro stato, libero, economicamente autosufficiente ed indipendente, sarebbero molto probabilmente in grado di provvedere a se stessi.
Chiediamo che l’Unione Europea
a) inizi a discutere con il Governo palestinese
b) riprenda l’aiuto economico ai palestinesi
c) si dissoci dall’uso israeliano della fame come arma politica
d) richieda che Israele consegni i soldi che appartengono ai palestinesi, così come quelli che appartengono all’Autorità Palestinese
e) si dissoci dalle richieste unilaterali poste ai palestinesi e lavori nel contempo per negoziati senza condizioni, allo scopo di trovare una soluzione adeguata agli interessi nazionali ed umanitari delle due parti
f) ponga termine al blocco della UE al governo palestinese democraticamente eletto.
Gli Ebrei Europei per una Pace Giusta chiedono che siano prese in considerazione le riserve e le preoccupazioni che esprimono a riguardo delle decisioni recentemente prese dall’Unione Europea. Solo un’assoluta obiettività e giustizia nel trattare con le due parti coinvolte porterà a una pace duratura nella regione – ciò che certamente è ciò a cui aspirano tutti, gli israeliani come i palestinesi, e che è nei migliori interessi di tutti.
*Dror Feiler è il Presidente del Comitato Esecutivo di EJJP