Giovanni De Gennaro dagli arresti eccellenti alle ombre del G8

Il nuovo commissario straordinario per l’emergenza rifiuti a Napoli, Gianni De Gennaro, è conosciuto soprattutto per gli incarichi ad alto livello e l’intera carriera svolta nella Polizia di Stato.

L’ESORDIO IN PIEMONTE – Nato a Reggio Calabria il 14 agosto del ’48, laureato in Giurisprudenza alla Sapienza, è entrato in Ps nel 1973 con il ruolo di commissario, presso la Questura di Alessandria. Due anni dopo è a Roma a digrigere la narcotici. Nel 1981 assume la Direzione della Criminalpol del Lazio. Alla fine del 1990 diventa vicedirettore della Dia. E nel maggio 2000 viene nominato Capo della Polizia, dopo avere ricoperto il ruolo di vice (di Fernando Masone) già a partire dal dicembre ’97.

I SUCCESSI – Prima di giungere al vertice del corpo, De Gennaro si era distinto per una serie di successi in operazioni antimafia (ha affiancato per 11 anni il giudice Giovanni Falcone nelle sue inchieste), contro la criminalità interna (ad esempio sul fronte dei sequestri: ha collaborato alle indagini per la liberazione di Esteranne Ricca, Carmine Del Prete, Augusto De Megni e Patrizia Tacchella) e sul piano internazionale (molte le sue collaborazioni con Dea e Fbi). Nel suo palmares figurano anche la liberazione di 30 ostaggi prigionieri nell’ambasciata belga di Roma e l’arresto del boss Tommaso Inzerillo.

LA MACCHIA DEL G8 – Era De Gennaro il capo della polizia nel luglio 2001, quando si svolse il G8 di Genova, con gli scontri tra forze dell’ordine e manifestanti e i successivi strascichi polemici e giudiziari. E proprio nell’ambito dell’inchiesta sull’operato della polizia nei giorni del vertice mondiale – con riferimento in particolare alla contestata irruzione degli agenti nella scuola Diaz, quartier generale del Social Forum – è stato iscritto nel registro degli indagati. Ha cessato il suo incarico il 25 giugno 2007 ed è stato sostituito dall’attuale responsabile, Antonio Manganelli. De Gennaro collabora ora con il ministero dell’Interno alle dirette dipendenze del ministro Giuliano Amato in qualità di capo di gabinetto del Viminale