Giannini (Prc): sì al corteo del 20, no alla federazione della sinistra

«Il corteo del 20 ottobre è fondamentale. Deve essere una manifestazione imponente e di popolo. Abbiamo aderito all’iniziativa e ci saremo. Un autunno di lotta è l’unica possibilità di cambiare le cose a partire dal pessimo accordo di luglio». Fosco Giannini è senatore di Rifondazione comunista e dirige l’Ernesto, la rivista di una delle minoranze del Prc.

Secondo te è un corteo contro il governo?
Al contrario, dobbiamo mobilitarci proprio per «salvare» il governo Prodi: se vuole durare deve cambiare. Mi pare però surreale dire che si fa ma non è sul governo. L’accordo del 23 luglio non l’ha scritto E.T. ma il governo Prodi. E quell’accordo va cambiato. Chi è contrario alla manifestazione dimentica un testo antioperaio, che santifica la legge 30 e detassa gli straordinari aumentando le ore di lavoro e facendo un altro regalo al padronato. Di pensioni già non si parla più, come se fosse un boccone amaro già digerito andare in pensione a 62 anni.

Vedi un rischio 9 giugno? Piazza vuota e divisioni a sinistra?
La manifestazione riuscirà se avrà parole d’ordine chiare. Bisogna ricordare al governo che le persone che andranno in piazza non sono nemici, sono persone che lo hanno votato e che vogliono essere ascoltate.

E se non vi ascolteranno?
Non è inverosimile una risposta forte, come il ritiro dei ministri della sinistra, o almeno di Rifondazione comunista, dal governo, e il passaggio all’appoggio esterno. I comunisti non possono essere complici di una politica di questo tipo.

A chi parla del possibile ritorno delle destre cosa rispondi?
Anche noi vogliamo evitarlo. Ma una politica così rovinosa prepara un disincanto di massa, che porterà a una stangata elettorale e alla vittoria strategica e di lungo periodo della destra. Già si vede come le idee della destra siano vincenti dentro il Partito democratico. Pensare di fare un partito dell’ordine è una vergogna. Come si fa a prendersela con i lavavetri, gli ultimi della terra? Faccio un esempio. Sono stato in Calabria a difendere un operaio ferito a colpi di mitra dalla mafia. Cinque mesi di ospedale e quando torna in fabbrica l’azienda lo licenzia perché non può più lavorare come prima. Ma che paese è?

L’anno prossimo c’è il congresso del Prc. Vedi anche tu lo «spirito unitario» evocato da Claudio Grassi nei giorni scorsi?
Sono rimasto veramente sbalordito dal fatto che Grassi abbia sposato l’idea della federazione della sinistra. Fin quando eravamo assieme la federazione era inaccettabile. Una cessione di sovranità politica, economica, culturale e organizzativa che prepara il nuovo partito socialdemocratico. Una cosa è l’unità a sinistra sulle lotte, come sull’articolo 18, un’altra il rilancio dell’autonomia comunista. Rifondazione comunista si chiama così per questo. Non siamo riusciti a farlo in piena autonomia figuriamoci nella federazione. Un partito comunista è necessario per la società. Si parla già di liste comuni per l’anno prossimo. Che vuol dire? Che abbandoniamo il simbolo? Noi siamo contrari.

Al congresso presenterete una vostra mozione?
Del congresso ancora si sa poco. Chiedo però che nessuno debba nascondersi. Chi è per la «cosa rossa» lo dica chiaramente, chi vuole solo governare non faccia infingimenti. Noi siamo contrari.