Manifesteremo pacificamente per chiedere chiarezza sulle violenze di quei giorni, non saremo in piazza per unire coloro i quali sono contro le forze di polizia. Qualsiasi invito a partecipare alla manifestazione che prescinda da tale spirito non è accettabile». Rifondazione, con Michele de Palma, membro della segreteria nazionale e responsabile movimenti del partito, ribadisce perché la macchina organizzativa di associazioni, reti, partiti e forze sindacli si è messa in moto da tempo. Risponde, come fanno in diversi ieri, alla “proposta a mezzo stampa” di Luca Casarinì dal Nord-Est, che aveva invitato dalle colonne del Corriere a trasformare la giornata per verità e giustizia sul G8 in una «grande manifestazione contro l’impunità della polizia». Risponde anche Vittorio Agnoletto, ex-portavoce del Gsf ricordando a Casarini la pregiudiziale antifascista del movimento e la scleta di evitare la spirale repressione-violenza fatta insieme nel 2001 e ribadita nel comune appello per la manifestazione di sabato. Che, ieri, tra l’altro, è stata presentata a Genova, trovandosi la “bella sopresa” di Casarini sulla stampa.
La manifestazione scorrerà su «un percorso semplice, lineare, con strade larghe», ma anche lontano da luoghi simbolo o da obiettivi sensibili, hanno fatto sapere il cartello di promotori (tra cui Arci, Fiom, Lavoro e Società, Prc, Pdci, Comitato verità e giustizia per Genova, Legambiente, Comunità di San Benedetto; Sinistra Democratica e
tanti altri). Concentramento alle 14.30 alla Stazione marittima, arrivo
in Piazza De Ferrari dove parlerà Don Andrea Gallo e ci sarà un concertò al quale hanno già aderito, a titolo gratuito, RoyPaci,
Zulù e gli Assalti frontali.
«La città sta reagendo molto positivamente – ha commentato Mirko
Lombardi, responsabile della federazione di Genova del Prc – le prese di posizione della sindaca e del consiglio comunale hanno aiutato molto e ci aspettiamo una grande manifestazione di popolo per chiedere verità e giustizia e una commissione d’inchiesta. Dopo sei anni nulla è archiviato». Smorza i toni di rischi anche il Prefetto, Giuseppe Romano, «chiunque può venire a Genova a manifestare il proprio pensiero in modo civile e nel rispetto delle regole». «Genova è una città accogliente e chissà che sabato non possa iniziare un processo di “svelenamento” nei rapporti tra forze dell’ordine e parte della società civile». Lo schema, quindi, sarà quello di Firenze per intendersi, polizia ai lati e nessun schieramento militarizzato.