Gaza, liberati grazie all’Anp i due ostaggi italiani

Gaza precipita nel caos totale e, in mancanza di un intervento internazionale concreto, a farne le spese sono non solo i civili ma anche gli operatori umanitari stranieri che pure nella Striscia si recano per aiutare la popolazione. Ieri, in quella imbarcazione senza timone e in mare aperto in cui si è trasformata Gaza, due cooperanti italiani, Gianmarco Onorato e Claudio Moroni, sono stati sequestrati e poi liberati da uomini armati e incappucciati mentre si recavano ad una clinica della Croce rossa internazionale dove avrebbero dovuto seguire, fino a domani, un progetto per bambini. Alla notizia del sequestro sono subito scattate nella zona centrale di Gaza, in particolare a Deir Al-Balah, le ricerche da parte delle forze di sicurezza palestinesi mentre un portavoce del ministero dell’interno dell’Anp si diceva ottimista sulla loro imminente liberazione. Ma se l’attenzione dei media italiani si è concentrata inevitabilmente sulla vicenda dei due cooperanti, a Gaza nel frattempo si viveva un’altra giornata di passione. Ingenti unità israeliane, protette da elicotteri da combattimento e da mezzi blindati, hanno fatto irruzione a Zaitun (Gaza city) allo scopo di assassinare un comandante militare di Hamas, Ayman Hassanin. Attorno alla sua palazzina è infuriata una battaglia in cui i soldati israeliani hanno ucciso Hassanin e una donna di 70 anni, Saadia Hirzallah. In altri scontri a fuoco, fra Beit Hanun e Beit Lahya, sono rimasti feriti una ventina di palestinesi. Un portavoce delle Brigate Ezzedin al-Qassam, braccio armato di Hamas, da parte sua ha espresso soddisfazione per i tanti abitanti della vicina cittadina israeliana di Sderot, dove cadono i razzi artigianali palestinesi, che hanno preferito trasferirsi temporaneamente ad Eilat. «Amir Peretz (il ministro della difesa israeliano, ndr), prepara tanti autobus», ha esortato il portavoce, Abu Obeida, «perché i nostri lanci di razzi termineranno solo quando Sderot si sarà svuotata». Ieri, proprio nelle ore in cui un israeliano colpito nei giorni scorsi da un Qassam moriva in ospedale per le ferite riportate, decine di abitanti di Sderot hanno manifestato contro il governo Olmert, accusato di «incapacità». Hanno anche preso a sassate Louise Arbour, Commissario dell’Onu per i diritti umani, in visita di solidarietà alla città.
«Li libereremo, faremo in modo che tornino a casa sani e salvi», aveva rassicurato poco prima della liberazione il portavoce del ministero degli interni palestinese, Khaled Abu Hillal, a proposito di Moroni, 36 anni, e Onorato, 63 anni. La preoccupazione è rimasta però angosciosa sino alla conferma della loro liberazione. Alla notizia di un esito positivo della vicenda il ministro degli esteri italiano, Massimo D’Alema, ha ringraziato l’Autorità nazionale palestinese «il cui intervento è stato decisivo» e i servizi segreti italiani. Secondo una ricostruzione fatta da Iyad Nasr, il portavoce della Croce Rossa a Gaza, alcuni uomini armati e incappucciati hanno intercettato, tra Gaza city e Khan Yunis, l’automobile con le insegne internazionali ben visibili a bordo della quale viaggiavano Moroni e Onorato, rispettivamente psicologo e capo delegazione. Poi si sono dileguati senza lasciare tracce. I sequestri di cittadini stranieri si moltiplicano da più di un anno nei Territori palestinesi occupati. In tutto una ventina di stranieri, tra i quali diversi giornalisti, sono stati sequestrati sino ad oggi. Tutti sono stati rilasciati sani e salvi: i rapitori cercano in genere di ottenere in cambio della loro liberazione piccole somme di denaro, posti di lavoro, oppure chiedono la liberazione di amici e parenti detenuti dall’Anp. Il mese scorso alcuni uomini armati hanno sequestrato separatamente due spagnoli, un fotografo dell’agenzia Ap e un altro cooperante della Croce rossa internazionale. Questo tipo di azioni viene condannato con sdegno da tutte le forze politiche palestinesi ma il fenomeno prosegue e l’ascesa al potere del movimento islamico Hamas, che pure si proclama a favore del rispetto dell’ordine pubblico e contro l’anarchia, non ha cambiato molto sul terreno. La «Forza esecutiva» creata nei mesi scorsi da Hamas è stata in grado di imporre la sua superiorità militare ai servizi di sicurezza fedeli al presidente Abu Mazen ma non ha mosso un dito contro contro gli sbandati che sono dietro i rapimenti degli stranieri. La situazione è a tal punto caotica che la Croce rossa internazionale è stata costretta ad annunciare la sospensione delle proprie attività nella Striscia. Varie organizzazioni umanitarie palestinesi e centri per i diritti umani hanno denunciato che sino ad oggi tutti i sequestri si sono conclusi come se nulla fosse successo. Chi, per ragioni disparate, decide di ricorrere all’arma del rapimento sa che, nel caos di Gaza assediata a martoriata, non sarà perseguito.