NON SONO BASTATI MESI di trattative, di discussioni e limature ai testi. Ieri la commissione Affari Costituzionali di Montecitorio con voto di parità (22 a 22) ha infatti negato al relatore Gianclaudio Bressa il mandato di riferire favorevolmente in aula sull’istituzione
della commissione d’inchiesta parlamentare sui fatti del G8 di Genova del 2001. Decisivi i voti contrari – assieme a quelli della destra, che si è presentata in massa quasi all’ultimo momento – di Italia dei Valori e Udeur, che si sono opposti al disegno di legge schierandosi con l’opposizione, e le defezioni improvvise dei deputati socialisti della Rosa nel Pugno. Criticati persino dalla componente radicale del partito che ha provato, senza riuscirci, a sostituire in extremis i “desaparecidos” Cinzia Dato e Angelo Piazza. Un esito che a questo punto potrebbe diventare la pietra tombale sul ddl, anche se l’aula potrebbe comunque approvare la legge col parere negativo della commissione. Un testo che dopo mesi di estenuanti trattative (al ribasso) era diventato via via un pallido compromesso rispetto alle proposte originarie, tanto che la previsione era quella di un organismo monocamerale per evitare i numeri risicati del Senato. La mediazione del relatore Bressa, però, non è servita e il voto della prima commissione apre adesso una dura polemica intema alla maggioranza, con i partiti della sinistra che hanno chiesto l’intervento del premier Prodi per garantire il rispetto degli impegni del programma di governo dell’Unione. Ma da Palazzo Chigi, nonostante le indiscrezioni raccontino di un impegno dell’esecutivo per ricucire lo strappo e recuperare il ddl, il commento è laconico: «Si tratta di un voto del Parlamento» su cui il governo «si esprimerà». Poche imbarazzate parole, come quelle pronunciate dal presidente della Camera Bertinotti: «Cosa penso? Non dovete neanche far fatica ad immaginarlo… ». Non nascondono invece la propria indignazione i rappresentanti dei partiti della sinistra. «È un atto gravissimo – ha tuonato il ministro della solidarietà sociale Paolo Ferrero -Si preferisce l’insabbiamento alla ricerca delle responsabilità per quanto accaduto». Critiche a cui si è associato anche il segretario del Pdci Oliviero Diliberto: «È clamoroso che non si voglia trovare la verità su un fatto che ha stroncato una vita umana, insanguinato le strade di Genova, offeso la sensibilità civile e la moralità di milioni di italiani e fatto calare pesanti sospetti anche sul comportamento di parti delle istituzioni». Schierati col centrodestra al momento del voto in commissione, i protagonisti della “fronda” centrista non sono sembrati turbati dalle polemiche e hanno difeso la propria scelta. «L’Idv non è contro la Commissione sul G8: è contro l’uso strumentale della Commissione», precisava ieri sul suo blog il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro. E a quanti facevano notare al Guardasigilli (e segretario dell’Udeur) che l’istituzione della commissione era prevista addirittura nel programma dell’Unione, Mastella ha spiazzato tutti con un laconico «Io non l’ho letta».
Più cauta la posizione del ministro dell’Interno Giuliano Amato
che in una intervista al Tg1 ha spiegato che «a Genova è successo qualcosa di grave, la ferita c’è. E c’è un tribunale che sta cercando la verità». Cosa che evidentemente non basta al Movimento che ieri ha rilanciato la manifestazione del 17 novembre in solidarietà con i giovani accusati delle devastazioni nei giorni del G8.