Fuoco al camion di Maurizio Zipponi

Un furgone in fiamme nella notte tra sabato e domenica, un cittadino che dà l’allarme, i vigili del fuoco che riescono ad evitare il peggio. Succede a Brescia, in via Corsica, davanti alla Coop, solo che non si tratta di una bravata notturna, ma di un’intimidazione politica, perché in fiamme è finito il camion pubblicitario di Maurizio Zipponi, storico leader della Fiom e candidato indipendente del Prc alla Camera. Motore e cabina si sono salvati e in fumo è finito il suo manifesto: “Z. Un segno per cambiare: salario, lavoro diritti. Manda un metalmeccanico in Parlamento”. La campagna si fa letteralmente incandescente e l’inquietudine sale. Zipponi non ha ricevuto minacce o avvertimenti che possano far pensare a fatti specifici legati al suo lavoro sindacale; l’attacco, quindi, è contro un candidato della sinistra sindacale e di Rifondazione.
«Il clima comincia a essere un po’ pesante – commenta Zipponi – a forza di caricare di tensione e ricerca dello scontro la campagna elettorale, qualche imbecille rischia di prendere sul serio le sparate del premier sull’emergenza democratica». Sarà che Brescia è sempre stato un incrocio della politica del paese e degli spettri del passato, ma come fanno notare, esprimendo “allarme e preoccupazione”, il consigliere regionale del Prc e segretario provinciale Osvaldo Squassina, e la segreteria della Fiom: «In questi mesi Brescia è stata, più volte, oggetto di provocazioni e atti di violenza». Una settimana fa le bombe molotov lanciate contro il Centro Sociale Magazzino 47, prima le scritte apparse sui muri della città inneggianti a “un altro botto” (con un riferimento tragico e angosciante alla strage di Piazza della Loggia del 28 maggio 1974) e ancora le scritte inneggianti a Hitler e al Duce che hanno imbrattato la sede dell’Anpi e i manifesti elettorali di Rifondazione a Calvisano. Una piccola escalation, dopo le aggressioni a liceali di squadracce e minacce a giovani di sinistra del 2005. Sarà un caso, ma come nota lo stesso Zipponi: «Sabato a Brescia si è svolto un convegno di Forza Nuova, ed è abbastanza singolare che poche ore dopo si stato preso di mira proprio chi invita al cambiamento, chi fa del lavoro, dei salari, delle pensioni, dei diritti il centro del suo agire».

«Mi auguro che le forze democratiche di Brescia colgano la gravità della situazione che potrebbe anche peggiorare e che rispondano non solo con la vigilanza democratica ma anche con la partecipazione. – ha aggiunto Squassina – chi in questa campagna elettorale usa la violenza lo fa anche e soprattutto per impedire che si discuta concretamente del bilancio fallimentare di cinque anni di governo Berlusconi-Lega. E credo emerga in maniera netta la gravità della decisione assunta da Berlusconi di stringere accordi elettorali con le formazioni di estrema destra». La solidarietà per ora oltre che da Rifondazione e dalla Camera del Lavoro, è arrivata dal segretario bresciano dei Ds e dai delegati della Iveco, della Beretta, dell’Alfa Acciai, della Ocean Brand, della Federal Mogul e della Marzoni. Il resto tace, sul fronte della campagna elettorale.