Francia, tre mesi di coprifuoco. I magistrati: «Deriva liberticida»

La decisione è stata presa in pochi minuti in Consiglio dei ministri: per arginare la contagiosa rivolta delle periferie francesi, il governo liberal-gollista si affida alla logica della fermezza, prolungando di altri tre mesi lo stato d’emergenza decretato la scorsa settimana. Oggi il decreto passerà al vaglio dell’Assemblea nazionale, ma il passaggio è una pura formalità, considerando che il centrodestra dispone di una comoda maggioranza parlamentare. Mano libera alle prefetture della Repubblica per l’imposizione del coprifuoco in circa quaranta città e relative banlieues “sensibili”. La legge del 3 aprile 1955, approvata dal famigerato prefetto Papon quando la Francia era in piena guerra d’Algeria, accompagnerà dunque il Paese per altre 12 settimane, un tempo sufficientemente lungo per allarmare gli amanti dei diritti dell’uomo. Ma soprattutto per indignare le organizzazioni di giudici: «Sono provvedimenti che attentano gravemente alle libertà civili, chiediamo, come prevedono le convenzioni internazionali, che venga informato il segretariato generale dell’Onu», si legge in una lettera del sindacato della magistratura al Capo dello Stato. Più scontata, ma non meno virulenta la reazione di parte della società civile riunita in un collettivo costituito ad hoc dopo le violenze di questi giorni che comprende una dozzina tra associazioni, sindacati e partiti di opposizione, da Attac, ai verdi, dalla Cgt al Mrap passando per il Pcf: «Non si risponde a una crisi del genere instaurando le leggi speciali, bisogna sostituire lo stato d’ugenza poliziesca con lo stato d’urgenza sociale», è scritto in un testo congiunto diramato ieri pomeriggio. Anche il partito socialista, che in prima battuta aveva legittimato la strategia securitaria del ministro dell’interno Sarkozy, approvando l’instaurazione del coprifuoco, inizia ad esprimere un timido ma significativo dissenso: «Voglio annunciare le nostre estreme riserve sull’estensione dello stato d’emergenza, non vediamo alcuna ragione che giustifichi un tale prolungamento», ha dichiarato Julien Dray, portavoce del partito, lasciando intendere che il Ps voterà compatto contro il decreto del governo. Infine c’è la perplessità delle amministrazioni municipali le più coinvolte nell’esplosione dei ghetti: molti sindaci ritengono infatti che la tolleranza zero esibita dal governo produrrà effetti opposti a quelli desiderati, che la dilatazione del coprifuoco verrà vissuta come l’ennesima provocazione dalle bande di giovani che infiammano le centinaia di cités disseminate nel territorio. Se l’esecutivo segue di fatto la scia tracciata dal gendarme Sarkozy, nel gioco delle parti che caratterizza il versante politico della crisi, a Chirac tocca il ruolo del pompiere. In un messaggio televisivo alla nazione pronunciato a reti unificate, il Presidente francese ha provato ad ammantare di retorica repubblicana le decisioni dei poteri pubblici: «Si tratta di misure che hanno un carattere transitorio e che verranno applicate solamente laddove sarà strettamente necessario e in pieno accordo con le amministrazioni locali», assicura Chirac evocando la tradizione di integrazione e accoglienza della Francia, chiamando gli abitanti delle periferie a unirsi «attorno ai valori fondanti della Repubblica», ma allo stesso tempo promettendo «fermezza» verso chiunque violerà la frontiera della legalità. La sola proposta positiva è la creazione di un servizio civile volontario da qui al 2007 al fine di creare 50mila operatori sociali nei quartieri difficili.
Intanto, i bollettini dell’ultimo week-end segnano un ulteriore calo di intensità degli scontri e degli atti di vandalismo: “solo” 250 i veicoli bruciati contro i 500 della sera precedente (112 i giovani fermati). A Parigi poi non c’è stata nessuna calata dei barbari a dispetto delle apocalittiche previsioni della vigilia. Scaramucce e tafferugli si sono verificati in altri centri di provincia, ma complessivamente la curva delle violenze sembra andare verso il basso.

La sensazione è che la rivolta delle banlieues potrebbe spegnersi da sola da un momento all’altro, ma che in molti stiano remando contro.