Francia, giovani licenziabili senza giusta causa

In Europa c’è ancora chi si illude che l’occupazione giovanile possa essere aumentata rendendo più facili i licenziamenti, favorendo il ricorso agli straordinari e incentivando la permanenza al lavoro degli over 60: tre cose che, evidentemente, non stanno insieme. Dopo il fallimento della legge 30 in Italia, le politiche ultraliberiste in materia di mercato del lavoro cercano un’improbabile rivincita ideologica al di là delle Alpi. E precisamente in Francia, dove si annuncia un duro scontro sulla ulteriore “deregulation” annunciata ieri dal primo ministro Dominique de Villepin: nuovi provvedimenti per «far entrare il mercato del lavoro nella modernità» contro i quali sparano ad alzo zero opposizioni e sindacati, mentre anche il quotidiano “Le Monde” non risparmia critiche al governo.
Il geniale piano di “Monsieur” de Villepin, scritto con un occhio alle presidenziali in programma tra 15 mesi, parte dalla constatazione che in Francia la percentuale dei giovani senza lavoro è a quota 23% (contro il 15% della Germania e l’8% dei Paesi Bassi). Invece di combattere la precarietà (secondo l’Ocse, occorrono in Francia dagli 8 agli 11 anni dalla fine della scuola superiore o dell’università per ottenere un contratto a tempo indeterminato, contro una media di 3-5 anni negli altri paesi) il governo di centrodestra ha pensato che la soluzione al problema sia quella di estendere ai giovani con meno di 26 anni alcune delle modalità del contratto introdotto a luglio per le imprese di meno di 20 dipendenti. E’ stato così creato il Contratto di prima assunzione (Cpe) che prevede, in particolare, un periodo di prova di due anni durante i quali il giovane può essere licenziato senza giusta causa. Le imprese che assumono giovani disoccupati saranno inoltre esonerate dal pagamento dei contributi per i primi tre anni.

Nel “pacchetto” trovano posto le proposte a favore degli stagisti, scesi in piazza nelle scorse settimane per rivendicare maggiori tutele. Tra le misure previste: uno statuto dello stage, la remunerazione obbligatoria degli stage di più di tre mesi e la presa in conto degli stage nel calcolo dell’anzianità. Novità anche per i “senior”. Il premier ha annunciato una riduzione delle restrizioni al cumulo tra salari e pensioni, allo scopo di ritardare l’età pensionabile reale e di aumentare l’attività dei 55-64enni senza modificare l’età pensionabile legale, che rimane di 60 anni. La riforma previdenziale entrata in vigore l’anno scorso prevede una maggiorazione della pensione del 3% per ogni anno lavorato in più. In pratica, gli operai francesi saranno costretti restare in fabbrica oltre i 60 anni per avere il diritto a una pensione dignitosa.

Ma i sindacati non ci stanno e promettono battaglia: «Questi annunci confermano la necessità di mobilitarci», ha dichiarato la segretaria confederale della Cgt Maryse Dumas, mentre Force Ouvriere accusa il governo di volere distruggere i contratti a tempo indeterminato. Non solo: secondo la Cgt, il governo starebbe pensando anche a una diminuzione del carico fiscale pagato dalle imprese sulle ore di straordinario. Il che vorrebbe dire «la fine delle 35 ore».