Foibe, memoria di una storia dimezzata

La gravità dei fatti che riguarda la celebrazione del cosiddetto «giorno del ricordo» per la tragedia delle foibe è sotto i nostri occhi e spiega bene le parole di questi giorni di Umberto Eco giustamente provocatorie: «Andiamo bene, ora comandano quelli che c’erano prima». Non solo la vicenda delle foibe, con l’interpretazione celebrativa e nazionalista che ne ha dato purtroppo anche il capo dello stato Ciampi, rappresenta ormai un momento di storia dimezzata, un pezzo di ricordo di parte senza memoria condivisa, che esclude e cancella dalla storia il ruolo della violenza fascista che, con una campagna etnica di italianizzazione feroce prima e poi con la sanguinosa occupazione delle terre slave, fu all’origine delle stragi delle foibe.

Non solo tutto questo non c’è più. Ma questo vuoto è diventato campagna elettorale, come era scontato che fosse e come hanno fatto finta di non vedere le forze maggioritarie del centrosinistra che hanno acconsentito alle bugie di questa celebrazione.

Berlusconi, commemorando ieri il cosiddetto «giorno del ricordo» a Palazzo Chigi, ha rimproverato ogni appello fatto ai due schieramenti politici a non dimenticare questo dramma nell’azione di governo: «Non è necessario rivolgersi ai due schieramenti perché – ha detto – poi qui ci saremo sempre noi, vinceremo noi. Gli italiani hanno capito per chi votare. Figuriamoci – ha concluso – se vincessero le elezioni gli eredi di quelle forze lì…». Come a dire: centrosinistra uguale massacratori delle foibe. Del resto lo spot governativo, pagato da tutti noi, era più che chiaro: «Pulizia etnica comunista».

A questo punto non solo Ciampi finisce male il suo settennato, ma è la crisi italiana a fare un balzo precipitoso, non è chiaro ancora se nella tragedia o nella commedia di un revisionismo storico straccione dal quale però si comincia ad intravedere un pericolo più che reale. Perché le stesse forze politiche, An e Forza Italia, che negano in questi giorni in Parlamento che sia fatta piena luce e giustizia sull’occultamento della verità per le centinaia di stragi nazifasciste in Italia, lungamente nascoste negli armadi del potere – perfino negandone l’evidenza di «crimini di guerra» – sono le stesse forze di governo che pretendono di dimezzare la storia, cancellando le tracce sanguinose della violenza del fascismo nelle terre slave.

Ma il fatto più grave, forse, non è nemmeno questo.

Il vero risultato delle menzogne sulle foibe è che nelle stesse ore in cui sfacciatamente Fini e Berlusconi mettono le falsità su quella storia nei loro comizi, in contemporanea per vincere le elezioni aprono le liste elettorali alle peggiori formazioni dell’estrema destra neofascista che apertamente rivendica insieme al fascismo il razzismo xenofobo e anti-islamico, l’antisemitismo insieme al violento disprezzo per la Resistenza.

Davvero nessuno ha niente da dire?