Lo scorso 15 dicembre i Ministri degli Esteri di Lettonia, Lituania, Bulgheria, Repubblica Ceca, Ungheria e Romania si sono rivolti alla Commissione Europea per chiedere di formare una “posizione comune europea” riguardo ai presunti “crimini del comunismo” commessi in quei paesi ex-socialisti, dichiarando che “la giustizia deve assicurare un trattamento equo nei confronti delle vittime di tutti i regimi totalitari”. Gli autori della lettera sostengono che è necessario assumere misure legislative per condannare i “crimini” commessi negli stati totalitari dell’Europa dell’Est, così come in molti paesi dell’UE vi sono leggi che proibiscono la negazione dell’Olocausto. Perciò sostengono di penalizzare “l’apologia pubblica, la negazione o una volgare banalizzazione dei crimini dei regimi totalitari”.
Audronius Azubalis, Ministro degli Esteri della Lituania ha affermato: “chiunque conosce i crimini del nazismo, mentre solo una parte dell’Europa è consapevole dei crimini del regime comunista. L’UE necessita di strumenti legislativi contro i regimi totalitari, quelli del modello staliniano al pari di quelli dell’ideologia nazista”. Aggiungendo che “nazismo e stalinismo sono ideologie sorelle”.
Va sottolineato che nel 2010 la Lituania ha approvato una modifica del Codice penale che prevede due anni di carcere in caso di dichiarazioni pubbliche a favore “dell’occupazione sovietica” della Lituania o in caso di negazione o banalizzazione dell’importanza del presunto “genocidio della popolazione” o di altri “crimini” commessi dall’URSS.
Tale iniziativa cerca di generalizzare l’intimidazione dell’ideologia anticomunista attraverso l’adozione in Europa di misure legislative comuni contro coloro che difendono la verità storica dei fatti, il socialismo e le sue conquiste. Per questi motivi il partito comunista greco, KKE, ritiene che sia necessario che i partiti comunisti e dei lavoratori europei prendano immediate iniziative per condannare questa provocazione e per chiedere l’abolizione delle misure anticomuniste, le persecuzioni e i divieti.
Il KKE ha preparato una dichiarazione congiunta per condannare l’azione dei sei governi, che noi del PdCI abbiamo prontamente sottoscritto. Vi riportiamo, di seguito, il testo in inglese della bozza: entro la fine del mese sarà licenziato il testo definitivo con tutte le firme dei sottoscrittori. Vi invitiamo, utilizzando i commenti a questo articolo, a sottoscrivere anche singolarmente, oltre che come organizzazioni, la dichiarazione contro l’anticomunismo in Europa al fine di consentirci di inviare il tutto ai compagni del KKE.
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Draft Joint Statement of the Communist and Workers’ Parties of Europe
Anti-communism in Europe will not succeed!
The Communist and Workers’ Parties of Europe condemn the provocative and outrageous initiative of the Foreign ministers of Bulgaria, Latvia, Lithuania, Hungary, Romania and the Czech Republic to demand that the European Union instigate the legal persecution of all those within the EU who do not recognize the so-called “crimes” of communism.
This is a dangerous attempt to generalize the legal persecution and other related measures which are in force in several EU countries against all those who reject the slanders against the socialism we knew. It is an attempt to persecute all those who reject the distortion of the history of the 2nd World War and the unacceptable equation of communism with fascism.
It is not by chance that this initiative is being carried out in a period when working class and popular struggles are strengthening. The expansion of the anti-worker assault goes hand in hand with the expansion of anti-communist measures. The communists are targeted by the bourgeois class because they are in the front line of these struggles not only so that the workers do not bear the burden of the capitalist crisis and also because they are the only ones who hold the real solution to capitalist barbarity. The last illusions concerning the hypocrisy of bourgeois democracy are unraveling as the bourgeois class, understanding full well the impasses of the capitalist system and its irreconcilable contradictions, intensifies its persecutions, threats and terrorism. However whatever measures it takes it cannot prevent the inexorable laws of social development, the necessity of the overthrow of capital’s power and that socialism-communism be established.
We stubbornly declare that the anti-communist plans of the bourgeoisie will fail. The superiority of our ideology, the just cause of our class can break even their harshest mechanisms. We will continue in an even more determined and uncompromising manner in order to overthrow the anti-people power-the power of the few. Anti-communist hysteria cannot blind the working class and popular forces which experience the problems of unemployment, the overturning of social, social-security and labour rights, and capitalist barbarity itself.