Lavoro e democrazia. E’ su questi temi che si aprirà oggi a Montesilvano in Abruzzo (fino al 10 febbraio) il 24° congresso della Fiom. Sono gli stessi del congresso di Livorno del 2004 dove i metalmeccanici della Cgil per togliersi dal guado di ben due accordi separati e un clima politico generale non certo dei migliori puntarono all’identità e ai rapporti unitari sulla base, appunto, del pronunciamento sugli accordi da parte dei lavoratori e della lotta contro la precarietà.
Quello di Montesilvano non sarà un congresso-fotocopia, anzi. Nel mentre sono cambiate tante cose. E la sfida Fiom si carica di nuovi significati. A partire dalle due tesi alternative (su democrazia e contrattazione) al documento unico del congresso Cgil presentate dal suo segretario generale Gianni Rinaldini. Nel mentre c’è stata l’intesa sul contratto dei metalmeccanici che consegna alla Fiom nuovo filo da tessere sia sotto il profilo della quantità salariale che della qualità normativa. Senza contare che l’accordo ha rappresentato la prova generale unitaria di quella democrazia “prima, durante e dopo” che la stessa Fiom aveva messo come un vincolo assoluto della nuova fase nei rapporti con Fim e Uilm a partire dal precedente congresso. Montesilvano sarà quindi una bella occasione per “fare il punto della situazione”. Insomma, non si può negare che ci siano stati momenti difficili in cui la Fiom ha dovuto “ballare da sola”. Se da una parte lo sguardo arcigno della Cgil non si è mai tradotto in un monito, dall’altra i fiommini hanno avuto il fiato sul collo di tutti gli altri, a cominciare dalla Cisl.
Oggi la Fiom, e le tesi alternative su democrazia e contratti, continuano a rappresentare l’argine più duro alla voglia di una concertazione bis che al momento è tutta da scrivere. «Un nuovo 23 luglio – sottolinea Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom, è improponibile. La concertazione è finita e la politica centralizzata dei redditi non può e non deve più tornare». Su questo Cremaschi si trova senz’altro in buona compagnia visto che anche un ex del calibro di Pierre Carniti (segretario della Cisl dal 1979 al 1985) fa il pollice verso. L’ex leader del sindacato di via Po trova «francamente sorprendente» che ci possa essere la disponibilità dei sindacati a discutere con la Confindustria della riforma delle regole contrattuali senza che prima ci sia stato «un riesame critico delle esperienze di concertazione e di politica dei redditi realizate negli ultimi 10-15 anni». Secondo Carniti, la concertazione ha prodotto una compressione «permanente» dei salari.
Nel salone principale del Palacongressi d’Abruzzo prenderanno posto 731 delegati in rappresentanza dei 363.326 iscritti alla federazione dei metalmeccanici Cgil. Ad essi si aggiungeranno 39 ospiti stranieri in rappresentanza di una trentina di sindacati e delle due organizzazioni internazionali di categoria: l’europea Fem e la Fism. Il primo Congresso della Fiom, quello della sua fondazione, si tenne a Livorno nel 1901. Erano allora 18mila gli iscritti alle 40 sezioni territoriali i cui delegati, il 16 giugno, diedero vita alla Federazione italiana operai metallurgici.
Più di un quarto degli iscritti Fiom (93.339) lavorano in Lombardia. Seguono l’Emilia Romagna (68.408 iscritti), il Piemonte (37.707), il Veneto (27.501) e la Toscana (26.802). Tra le regioni meridionali, quella con più iscritti è la Campania (17.783). Assieme a Fim Cisl e Uilm Uil la Fiom agisce in un macrosettore industriale cui sono addetti circa 2 milioni di lavoratori inquadrati entro sette contratti nazionali (Federmeccanica, Unionmeccanica-Confapi, orafi e argentieri industria, imprese artigiane, orafi e argentieri artigiani, odontotecnici e cooperative. I lavori congressuali avranno inizio a partire dalle ore 14.00 di martedì 7 febbraio, per concludersi nella tarda mattinata del successivo venerdì. La relazione introduttiva sarà svolta dal segretario generale Fiom, Gianni Rinaldini, a partire dalle ore 15.00 del primo giorno. Nella stessa giornata prenderanno la parola, successivamente, i segretari generali della Fim-Cisl, Giorgio Caprioli, della Uilm-Uil, Antonino Regazzi, della Fism, Marcello Malentacchi, e della Fem, Peter Scherrer.