Non vorremmo sentirci ospiti», taglia corto il leader di Rifondazione Franco Giordano. «Siamo una forza imponente, quindi se non si prestasse orecchio alle nostre proposte si farebbe un errore grave, molto grave», aggiunge Fabio Mussi di Sinistra democratica nonché ministro dell’Università. Gli avvertimenti ci sono, ma per ora il clima che sì respira è «cordiale e positivo» come hanno detto i quattro leader della sinistra radicale rappresentata al vertice di ieri con Prodi oltre che da Mussi e Giordano, dal Verde Pecoraro Scanio e da Diliberto per il Pdci. Alla vigilia di un consiglio dei ministri decisivo per la definizione della Finanziaria 2008, la sinistra radicale ieri mattina ha consegnato al premier le tre cartelle dove vengono dettagliate le proprie proposte per la manovra. Ma è ilmessaggio politico a far premio sui contenuti: «Vogliamo collegialità nella manovra, perché non c’è un monocolore Pd al governo», ha sintetizzato Fabio Mussi riecheggiando uno dei temi che segnò il primo documento comune della sinistra radicale sulla politica economica qualche mese fa. «O c’ è un colpo d’ala e si recupera fiducia o si atterra bruscamente», ha avvertito. La replica di Prodi, conciliante nei toni, è stata affidata a fonti di Palazzo Chigi che hanno definito il documento un «contributo importante» per la costruzione della Finanziaria e hanno fatto sapere che il presidente del Consiglio si farà garante delle decisioni collegiali anche se la sintesi spetterà a lui.
E’ sul piano dei contenuti e delle misure proposte che la partita si complica. Tra le 18 richieste in prima fila c’è infatti l’adeguamento della tassazione delle rendite finanziarie, dai capital gain ai Bot al livello europeo (circa il 20per cento). Lamisura è nel programma di governo ma la maggioranza è assai divisa sull’opportunità di inserirla in Finanziaria come ha dimostrato la polemica estiva innescata dalle dichiarazioni del sottosegretario all’Economìa Grandi che fu frenato dallo stesso Prodi e dal ministro dell’Economia Padoa-Schioppa.
I quattro della sinistra radicale, che vantano attualmente circa 150 parlamentari, hanno insistito sulla necessità di redistribuire la ricchezza in considerazione delle «disuguaglianze crescenti nel paese» e sull’aumento della spesa sociale (ieri 0 ministro delle Politiche sociali Ferrerò di Prc ha formalizzato la sua richiesta di 900 milioni per la Finanziaria) ; hanno chiesto inoltre un intervento deciso sul fronte degli allarmi ambientali e sul lavoro. Ma hanno ribadito anche la necessità di «prendere di petto» i costi e gli sprechi della politica. Un capitolo è stato dedicato anche alla lotta all’evasione fiscale e contributiva.
Motivi di contrasto potrebbero emergere anche sul Welfare: ieri Mussi ha detto che solo per il provvedimento sullo «scalone» previdenziale è «cogente» l’inserimento in Finanziaria. Mentre il resto del pacchetto Welfare (misure sul lavoro comprese) potrebbe presumibilmente finire in un collegato. Una tesi che in qualche modo aveva già espresso Bertinotti ma che non trova d’accordo il ministro del Lavoro Damiano che vorrebbe inserire tutto il protocollo già in Finanziaria.