L’Avana, 30 gennaio 2009 – (Adnkronos/Dpa) – Dopo settimane in cui ha lasciato intendere un suo sostegno a Barack Obama, l’ex leader cubano Fidel Castro ha attaccato duramente il nuovo presidente degli Stati Uniti, del quale ha denunciato la politica in supporto di Israele. In un articolo apparso sul suo sito web, Castro ha affermato che la difesa dello Stato ebraico da parte di Obama dimostra “il carattere offensivo della potenza imperiale” e tutto questo contribuira’ “al genocidio contro i palestinesi”.
E sulla base di Guantanamo il lider maximo ha sottolineato che Cuba non è disposta a nessuna concessione politica agli Stati Uniti in cambio del territorio dove sorge la base navale.
Se Obama non lo farà – scrive ancora l’ex presidente cubano nell’editoriale dal titolo “Decifrando i pensieri del nuovo presidente Usa” – saremo di fronte “ad un’azione arrogante ed un abuso di una potenza immensa nei confronti di un piccolo paese”. “Conservare una base militare a Cuba contro il volere della popolazione costituisce una violazione dei più elementari principi del diritto internazionale” aggiunge Castro.
Già ieri il ministro degli Esteri cubano, Felipe Perez Roque, aveva chiesto a Washington di chiudere la base navale e restituire il territorio all’Avana.
TESTO INTEGRALE DEL DISCORSO DI FIDEL
(fonte e traduzione: Ambasciata di Cuba a Roma)
DECIFRANDO IL PENSIERO
DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI
Non è troppo difficile. Dopo il suo insediamento, Barack Obama ha dichiarato che la restituzione del territorio occupato dalla Base Navale di Guantánamo al suo legittimo proprietario doveva anzitutto valutare se danneggiava, oppure no, anche solo minimamente, la capacità difensiva degli Stati Uniti.
Aggiungeva immediatamente, che per la restituzione a Cuba del territorio occupato dalla stessa, doveva considerare in base a quali concessioni la parte cubana acconsentirebbe a quella soluzione, il che equivale all’esigenza di un cambiamento nel suo sistema politico, un prezzo contro il quale Cuba ha lottato per mezzo secolo.
Mantenere una base militare a Cuba contro la volontà del nostro popolo, viola i più elementari principi del diritto internazionale. È una facoltà del Presidente degli Stati Uniti osservare quella norma senza condizione alcuna. Non rispettarla costituisce un atto di superbia ed un abuso del suo immenso potere contro un piccolo paese.
Se si desidera comprendere meglio il carattere abusivo del potere dell’impero, si devono considerare le dichiarazioni pubblicate il 22 gennaio 2009 sul sito internet ufficiale del governo degli Stati Uniti, successive all’entrata in carica di Barack Obama. Biden ed Obama decidono di sostenere risolutamente le relazioni tra gli Stati Uniti ed Israele, e considerano che l’incontrovertibile impegno in Medio oriente dev’essere la sicurezza d’Israele, il principale alleato degli Stati Uniti nella regione.
Gli Stati Uniti non prenderanno mai le distanze da Israele ed il loro presidente e vicepresidente “credono risolutamente nel diritto d’Israele a proteggere i suoi cittadini”, assicura la dichiarazione di principio, che riprende in quei punti la politica seguita dal governo del predecessore di Obama, George W. Bush.
È il modo di condividere il genocidio contro i palestinesi in cui è caduto il nostro amico Obama. Zuccherini simili offre a Russia, Cina, Europa, America Latina ed al resto del mondo, dopo che gli Stati Uniti hanno trasformato Israele in un’importante potenza nucleare che assorbe ogni anno una parte significativa delle esportazioni della prospera industria militare dell’impero, con cui minaccia, con una violenza estrema, la popolazione di tutti i paesi di fede musulmana.
Esempi simili abbondano, non è necessario essere un indovino. Si leggano, per maggiore chiarezza, le dichiarazioni del nuovo Capo del Pentagono, esperto in questioni belliche.
Fidel Castro Ruz
29 gennaio 2009
6 e 17 p.m.