Fiat, senza integrativo dieci anni. «Ora basta»

Mille e trecento euro, per il biennio 2006-2008, di cui la prima quota significativa deve essere prevista entro il luglio di quest’anno.
I delegati sindacali di Fim, Fiom, Uilm e Fismic, riuniti ieri a Torino nell’assemblea nazionale, hanno definito e approvato la piattaforma per il contratto integrativo del gruppo Fiat, scaduto ormai da dieci anni, e che sarà sottoposto al voto dei lavoratori (circa 80mila in totale in Italia e di questi 28mila in Piemonte), già entro il 12 di maggio prossimo in tutti gli stabilimenti del gruppo.

La piattaforma, dopo l’approvazione dei lavoratori, sarà inviata alla Fiat sempre nel corso del mese di maggio insieme alla richiesta dell’apertura di un tavolo di confronto.

Nella piattaforma si ribadisce, inoltre, la necessità si «definire quantità e percorsi di trasformazione a tempo indeterminato dei contratti a termine». Fim, Fiom, Uilm e Fismic chiederanno, poi, alla Fiat anche una verifica dell’attuazione del piano industriale e una discussione riguardante il superamento dell’uso strutturale della cassa integrazione. Per Giorgio Airaudo, segretario generale della Fiom di Torino, il problema non è il “se” ma il “come” e il “quando”, volendo intendere che lo scontro con l’azienda avverà sui criteri qualitativi dell’integrativo. Per la Fiom deve contenere l’andamento del settore e non più criteri come una non meglio identificata “soddisfazione del cliente”. L’assenza di un rinnovo contrattuale aziendale per i lavoratori della Fiat ha comportato forti sperequazioni di trattamento. Attualmente, un operaio dello stesso stesso livello di una azienda come la Pininfarina arriva a prendere 1.400 euro di più all’anno.

La riapertura del confronto sindacale arriva in un momento di allori finanziari. Ieri il titolo del Lingotto ha chiuso su un prezzo di riferimento di 11,49 euro, in rialzo del 2,38% dopo aver toccato nel corso della seduta un massimo di 11,52. Per l’amministratore delegato Sergio Marchionne, il progresso in borsa si spiega «semplicemente con un adeguamento graduale del valore di mercato ai risultati che stanno emergendo e che sono in netto miglioramento».

Secondo il segretario nazionale della Fiom, Gianni Rinaldini, la Fiat «va meglio ma non ancora bene e ha avuto proventi straordinari che hanno rimesso in linea la parte finanziaria del gruppo, oltre a modelli nuovi che vanno bene sul mercato e che consentono di guadagnare quote di vendita ma – ha spiegato – da qui a dire che la Fiat sia uscita dalla crisi lo considero azzardato. Si sta comunque riproponendo – ha concluso – il problema degli assetti azionari e i problemi relativi alla politica industriale rimangono». La Fiom ribadisce la contrarietà a qualsiasi ipotesi di scorporo del settore auto.