Fiat, sciopero spontaneo a Mirafiori

Gli operai rientrano in fabbrica dopo la cassa integrazione e decidono di protestare contro le posizioni del Lingotto che venerdì scorso ha interrotto la trattativa con i sindacati. Bellono (Fiom Torino): “Fateci fare le assemblee”

Questa mattina (6 dicembre), alla riapertura della fabbrica Fiat di Mirafiori dove il sindacato era presente per fare volantinaggio, è maturata tra gli operai la decisione di incrociare le braccia per due ore. I 5.500 lavoratori delle carrozzerie, quelli interessati dal piano della Fiat, sono appena rientrati dalla cassa integrazione e protestano contro le posizioni del Lingotto che venerdì scorso ha interrotto la trattativa con i sindacati. Lo sciopero potrebbe ripetersi nel turno del pomeriggio.

A metà mattina, un migliaio di operai è uscito dalla porta due in corteo, per poi improvvisare un’assemblea davanti alla fabbrica. A detta della Fiom, le linee di montaggio, verniciatura e lastratura erano ferme e lo sciopero ha avuto una adesione attorno al 60%, mentre per il Lingotto l’adesione è stata del 13%. “Lo sciopero rappresenta una prima reazione spontanea dei lavoratori”, riferisce Federico Bellono, segretario provinciale della Fiom di Torino.

“È evidente – osserva il sindacalista – che da questa prima reazione si possono trarre due conseguenze: la prima è che c’è bisogno di fare delle assemblee, perché è molto sentita da parte dei lavoratori l’esigenza di essere informati”. La seconda è che l’eventuale ripresa delle trattative “non può partire da un’accordo fotocopia di Pomigliano”. Il problema del contratto nazionale, conclude Bellono, “non si può risolvere con qualche artificio formale secondo cui gli obiettivi aziendali vanno conciliati con le esigenze di salvaguardia di diritti e salute dei lavoratori”.

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