Fiat, dopo dieci anni siglato il nuovo contratto integrativo

Il Motor Village è stato inaugurato in fretta e furia circa un mese fa, dopo una altrettanto veloce ristrutturazione di una parte del sito di Mirafiori a cui si accedeva dalla “porta zero”. Chi se ne intende mette in evidenza l’importanza dell’evento. «E’ la prima volta che la Fiat abbatte i muri della fabbrica e porta entro il tessuto urbano della città un pezzo dei suoi impianti», dice un sindacalista.
E’ qui che ieri sindacati e azienda, con la presenza straordinaria dell’amministratore delegato Sergio Marchionne, si sono dati appuntamento per firmare davanti a fotografi e cameramen il nuovo contratto integrativo aziendale, che prevede 1.100 euro a regime, di cui 500 già nella busta paga di luglio. Ottenuti dopo un mese di trattativa e senza neanche un’ora di sciopero. Era da dieci anni che non accadeva un evento del genere.

Il Motor Village a dire il vero non è una sede di rappresentanza, anzi. La Fiat ha adibito questo pezzo di Mirafiori a enorme zona di vendita piena di scrivanie “open space”, gadgets, vetrate e modelli di auto da esposizione. Una volta questi luoghi si chiamavano concessionari e odoravano di cere per auto e tappezzerie in finta pelle.

L’assalto di decine di funzionari e rappresentanti sindacali, segretari nazionali di Fim, Fiom e Uilm, giornalisti e vertici aziendali viene assorbito nella più completa indifferenza. Lo stesso arrivo in perfetto orario dell’amministratore delegato non sembra turbare più di tanto l’attività dei giovani e rampanti venditori. Oggi, però, è una giornata speciale e ogni tanto anche loro si avvicinano al ricco buffet offerto dalla Fiat per una breve pausa.

Sono dieci anni che la Fiat non concedeva un contratto integrativo. E la stessa presenza di Marchionne sta a sottolineare il nuovo corso. L’amministratore delegato ci tiene a sottolineare che la “nuova era” riguarda soprattutto le relazioni sindacali. E’ ancora presto però per dire se il vecchio “stile Fiat” verrà completamente superato. «Non c’era nulla di scontato in questa trattativa – dice ai giornalisti – e va dato atto ai sindacati di aver riconosciuto la nuova impronta».

I numeri sono confortanti. Il piano varato nel 2005 sta rispettando le previsioni. Tra i vertici del Lingotto c’è molto ottimismo per i risultati del secondo trimestre. Le vendite della Nuova Punto, insomma, vanno bene. Quello che accadrà dopo il 2008, però, nessuno sa indicarlo con chiarezza. «Entro il 2010 l’obiettivo è di raddoppiare i volumi dei due marchi, Alfa e Lancia», si limita a dire Marchionne. Si naviga a vista anche sul versante delle alleanze. Per il momento ci sono solo accordi a “geometria variabile” con questo o con quell’altro partner. C’è molta attesa per una recentissima intesa la cui formalizzazione verrà annunciata tra pochi giorni.

Questo “ritorno ad Itaca” non piace molto a Fim, Fiom e Uilm. Più che i volumi produttivi, mancano i nuovi modelli e, soprattutto, manca un nuovo motore. Se Mirafiori deve diventare la nuova testa pensante della galassia Fiat, occorre che qualcosa cominci a sfornare. Su questo Marchionne convince solo a metà: «Il nuovo modello ci sarà per forza a Mirafiori» dice ai giornalisti. Intanto, però, la trattativa per la mobilità agli enti centrali, stando a quel che dice l’amministratore delegato, è già stata aperta con il governo. «Nuove relazioni sindacali? Per avere un giudizio più ponderato – risponde il segretario generale della Fiom provinciale Giorgio Airaudo – vedremo che comportamento terranno sul posto di lavoro».

Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom nazionale non è disposto a concedere molto tempo all’azienda per indicare cosa vorrà fare da grande. «In autunno ci deve essere il confronto sul nuovo piano industriale – dice -. Il fatto che il 2006 si siano vendute le auto previste avrà riflessi positivi del 2007 e quindi ci sarà una buona base per discutere del futuro».

Rinaldini mette in evidenza un altro fatto importante di questo accordo. «Da oggi non ci saranno più contratti differenziati per Melfi e Pratola Serra. Tutti i lavoratori del gruppo saranno uguali». Il segretario della Fiom inscrive questo risultato tra le conquiste della lotta dei ventun giorni dell’aprile-maggio 2004.