Fiat dei miracoli: addirittura assume

Pesante condanna per Wal-Mart. Questa volta sono 172 i milioni di dollari che il colosso della vendita al dettaglio dovrà pagare a 116mila dipendenti. La sentenza di un tribunale di Oakland, in California, è importante perché chiude (almeno fino all’appello, già preannunciato da Wal-Mart) la prima di una serie di cause intentate contro la multinazionale con sede a Bentonville, Arkansas, da dipendenti ed ex-dipendenti su varie questioni salariali e di orari di lavoro. In questo caso la giuria ha riconosciuto che Wal-Mart ha violato la legge della California, che richiede ai datori di lavoro di concedere mezz’ora (non pagata) di tempo per il pranzo a tutti i dipendenti che lavorano almeno sei ore al giorno. In alternativa l’azienda deve pagare un’ora di salario per la pausa pranzo non usufruita. Wal-Mart non ha fatto né l’una né l’altra cosa. Le leggi degli altri 40 stati dove Wal-Mart è stata portata in giudizio per simili violazioni sono meno severe di quella californiana, ma gli effetti della sentenza di Oakland dovrebbero comunque farsi sentire. Anche fuori dai confini statunitensi, dove Wal-Mart è stata portata in giudizio per violazioni sindacali.

Non nascondono la loro soddisfazione per la sentenza i dirigenti di Wal-Mart Watch, il gruppo vicino al sindacato dedito al puntuale scrutinio delle attività di Wal-Mart in tutto il mondo (Wal-Mart non consente la sindacalizzazione dei suoi dipendenti in terra americana). «Il verdetto odierno -si legge in un comunicato – conferma che il furto di tempo ai lavoratori è un problema che ha a che fare con il sistema-Wal-Mart e con il suo pericolosissimo modello di business». «Non si tratta di violazioni casuali – ha detto al Los Angeles Times Nelson Lichtenstein, professore di storia del lavoro all’Università di Santa Barbara, autore di un recente libro dal titolo Wal-Mart, la faccia del nuovo capitalismo – il meccanismo del successo di Wal-Mart prevede spese per il personale talmente basse che i manager dei singoli negozi non hanno altra scelta se non di violare leggi come queste».

La catena di punti vendita a basso prezzo ha 3.800 negozi negli Stati Uniti, con 1.3 milioni di dipendenti. L’hanno scorso ha prodotto profitti per 10,3 miliardi di dollari. I 172 milioni di dollari che dovrà pagare (se perderà in appello) ai suoi dipendenti californiani rappresentano poco più di una settimana di profitto e circa 1500 dollari a dipendente. Oltre alle cause riguardanti orari e salari, Wal-Mart è stata portata in tribunale per discriminazione contro le dipendenti donne e perché tollera condizioni di lavoro sub-umane nelle fabbriche dei suoi fornitori, soprattutto in quelle cinesi. Wal-Mart è stata inoltre condannata almeno tre volte negli ultimi anni per violazioni delle leggi per la protezione dell’ambiente.