Ministro Ferrero, le piace il pacchetto sulla sicurezza?
«La parte relativa al decoro urbano, ai lavavetri, ai graffitari, la trovo sbagliatissima. Anzi, distruttiva».
E in consiglio dei ministri, voterà contro?
«Prima lo devo leggere bene. Dalle anticipazioni, mi sembra che si tratti di misure di pura propaganda demagogica. Si è voluto soltanto fare chiasso e produrre choc spettacolare. E non affrontare davvero i problemi».
Come mai lei alla riunione non c’era?
«Non mi hanno invitato. E sono colpito assai negativamente dal fatto che, in un incontro su questi temi, ci fosse il ministro della Difesa e non quello della Solidarietà Sociale. Già questo dà l’idea della cultura che c’è dietro le decisioni prese».
Quale cultura c’è?
«Un approccio che non ha nulla a che vedere non dico con quello della sinistra, ma proprio con la cultura democratica e con il pensiero progressista. Quello che sta sempre attento a non confondere i fenomeni. Qui invece si mescolano alla rinfusa figure diversissime, come il borseggiatore e il graffitaro».
Quale dovrebbe essere l’approccio giusto?
«Quello della mediazione. Vuole un esempio? A Pisa, vent’anni fa, solo due bambini rom frequentavano la scuola dell’obbligo. Oggi, la frequentano tutti. E ancora: su 400 rom stanziali, oggi più di 250 vivono non nei campi ma in normalissime case».
Così si fa?
«Non servono sparate roboanti, per fare colpo e non risolvere niente. Scimmiottiano Giuliani ma le città americane sono fra le più pericolose del mondo. E imitano Blair, ma anche lui sul terreno sociale ha prodotto molti disastri».
Che cosa avrebbero dovuto fare?
«Non rovesciare le gerarchie dei fenomeni. Far passare i graffitari come una grave emergenza nelle metropoli, quando si tollera invece l’abusivismo, è incredibile e sconcertante. Non sarebbe più ragionevole un metodo di mediazione? Non sarebbe più facile individuare spazi cittadini dove far esprimere i graffitari, senza criminalizzarli?».
Prodi e gli altri sono diventati di destra?
«Buona parte del centro-sinistra sta assumendo, rispetto a questi problemi che meriterebbero più approfondimento, schemi tipici della destra».
Ovvero?
«Si rischia di essere subalterni alla costruzione, fatta appunto dalla destra, di capri espiatori: l’immigrato, lo zingaro, il graffitaro… E su questi si attua la repressione dello Stato. Andando avanti così, si arriva alla dissoluzione del vivere comunitario. Cioè, alla giungla».