Ferrero: “Il cambio del direttore di Liberazione è una decisione democratica”

Il cambio di direttore a Liberazione “non e’ una pagina nera per Rifondazione Comunista”, ma una decisione “democratica”, che garantira’ sempre “autonomia” al quotidiano del partito. Il segretario del Prc, Paolo Ferrero, e’ stato molto chiaro nell’annunciare alla direzione del partito la proposta di Dino Greco come nuovo direttore di Liberazione al posto di Piero Sansonetti: “non si tratta di una decisione stile anni ’50, ne’ di una decisione stalinista – ha sottolineato Ferrero -. Abbiamo seguito lo statuto e agito in modo democratico, secondo quanto stabilito a maggioranza dall’ultimo congresso del partito. Penso che anche Liberazione debba far parte del progetto politico che vuole tenere assieme i termini: ‘rifondazione’ e ‘comunismo’. L’idea che si possa buttare a mare il termine comunista non sta ne’ in cielo ne’ in terra”. Ferrero ha indicato innanzitutto una ragione economica che ha portato alla decisione di sostituire il direttore: “in questi anni il giornale ha dimezzato le copie vendute e il deficit ha raggiunto il 3,5 milioni di euro. Il progetto editoriale di Sansonetti e’ fallito e Rifondazione Comunista non e’ in grado di sostenere un deficit di queste dimensioni, perche’ altrimenti scomparirebbe”. Dal punto di vista politico poi per Ferrero non e’ assolutamente in questione l’autonomia del giornale, “il problema e’ che l’unica fonte informativa significativa di cui dispone il partito non puo’ essere schierata su un progetto politico che presenta il superamento di Rifondazione Comunista. Si tratta sicuramente di un progetto politicamente legittimo, ma non lo si puo’ fare con i soldi di Rifondazione Comunista”. Secondo Ferrero il nuovo direttore, Dino Greco, “non e’ un burocrate di partito o un uomo teleguidato da un segretario paranoico che vede nemici dappertutto. E’ un sindacalista, un compagno impegnato in tante battaglie, che spero riesca a rilanciare Liberazione come giornale di Rifondazione Comunista proprio nel cuore di una crisi economica che cambiera’ il volto di questo Paese. Il Prc e il suo giornale non saranno comunque soltanto espressione delle battaglie economiche e sociali, ma continueranno l’impegno sui diritti civili e delle persone come e’ stato fatto in tutti questi anni. La parola comunismo tiene insieme liberta’ e uguaglianza, senza liberta’ non c’e’ nessun comunismo”.