Martedì mattina si riaprono le trattative per il rinnovo economico dei metalmeccanici, e già le parti sono agguerrite. Le imprese hanno avviato il fuoco di fila del ´sabato lavorativo’, chiedendo di poter gestire i turni e le giornate straordinarie di lavoro senza dover concordare – così come le obbliga attualmente il contratto – con le Rappresentanze sindacali unitarie, i delegati eletti dai lavoratori. Il contratto è scaduto già da un anno, i dipendenti delle piccole e grandi imprese del paese, dalle fabbriche di automobili a quelle degli elettrodomestici, fino alle acciaierie, hanno posto il problema del salario e del recupero del potere di acquisto come centrale: a fine mese, con mille euro, non si arriva. Tanto che hanno scioperato con alte adesioni e un corteo di 150 mila operai in piazza a Roma la settimana scorsa.
Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom Cgil, sottolinea infatti che di retribuzione si sta parlando, e non di altro: ´Siamo al rinnovo del biennio economico, è bene ricordarlo. Federmeccanica e Confindustria hanno montato questa campagna sul sabato che è tutta falsa e non c’entra nulla. In realtà puntano a scambiare con pochi euro di aumento la gestione del tempo, e dunque della vita, dei lavoratori.
Abbiamo già detto che su questo piano non si discute”. Secondo Federmeccanica, dover trattare con i lavoratori la possibilità di cambiare i turni rallenta l’efficienza aziendale’.
Parlano di ´liturgie sindacali’.
Un concetto quasi ovvio, se vogliamo: il puro comando è più comodo di trattative democratiche, più rapido.
Con queste dichiarazioni non fanno altro che confermare un unico disegno, comune sia a Federmeccanica che a Confindustria. La campagna sui sabati è falsa e fuorviante: sanno benissimo che ci sono già centinaia di aziende in cui, responsabilmente, le Rsu trattano la possibilità di fare settimane lunghe e brevi a seconda dell’esigenza del mercato. Settimane di 48 ore, poi altre di 32. Loro però vogliono mettere fine a questa possibilità di concordare, e così puntano a smontare il concetto stesso di contrattazione.
Dunque è un disegno politico più complessivo.
Se stiamo alle dichiarazioni del vicepresidente di Confindustria Bombassei e al presidente di Federmeccanica Calearo, la trattativa di martedì parte sotto cattivi auspici e pare che stiano facendo di tutto per complicare eventuali possibilità di accordo. Sembra che siamo a una scelta che va oltre i metalmeccanici: Confindustria vuole utilizzare il rinnovo del biennio economico dei metalmeccanici – e devo sottolineare ancora una volta ´economico’ – per affermare quello che hanno proposto un mese fa ai confederali, per il cambiamento delle regole sindacali nel paese. Il significato dell’operazione complessiva, è quello di togliere significato alla contrattazione tout court, di primo o secondo livello che sia, esautorando completamente il ruolo delle Rsu. Non si capisce perchè i lavoratori debbano eleggere dei delegati, se poi questi non possono decidere nulla, se non sono chiamati a concordare neppure i tempi di lavoro delle persone che operano in fabbrica. E’ il senso stesso del sindacato a essere messo in forse, a essere negato. Per questo diciamo subito no a questo tipo di scambio.
Su quali binari si imposterà dunque la trattativa?
Prima di sedermi non dico mai se sono ottimista o pessimista.
Bisogna ribadire che abbiamo due tavoli distinti, la mattina si riunisce quello sul rinnovo del biennio economico, mentre il pomeriggio si parla di mercato del lavoro. Il secondo tavolo, è nato dal bisogno di normare l’apprendistato, le cui leggi sono nel frattempo cambiate: ci interessa stabilire regole per una vera formazione dei lavoratori, e limitare al massimo la precarietà, stabilendo percentuali per i contratti a termine e per quelli in somministrazione, gli ex interinali. Ma, come dire, i due tavoli non vanno messi insieme e non si può pensare a scambi incrociati sui differenti temi. Se Bombassei e Calearo vogliono parlare di altro, devono solo ricordarsi che il controllo da parte delle Rsu degli orari di lavoro è stato il punto decisivo del contratto normativo del 2001, un tema che per noi resta centrale difendere, dato che si parla della dignità stessa delle persone. E’ forse per questo, perchè sanno che stanno parlando di un argomento assai delicato, che Federmeccanica e Confindustria adesso alzano il tiro e inventano la storia del sabato.