Falce e martello appesi a un sondaggio

Altro che ideologia: le sorti di falce e martello sono appese al responso di un sondaggio. E sarà pure il simbolo politico più forte e riconoscibile, onnipresente sulle schede elettorali italiane dal 1921, eppure i dirigenti della Cosa Rossa, per decidere il da farsi sul simbolo, stanno aspettando i risultati di un “focus”: un’indagine territoriale commissionata a una società di comunicazione. Due le opzioni previste, ipotesi di scheda elettorale: solo il simbolo della Sinistra l’Arcobaleno, scritta verde e rossa e iride multicolor, oppure simbolo collettivo seguito da quelli dei quattro partiti di partenza, quindi con falce e martello per i Pdci e Rifondazione, Sole che ride per i Verdi. Aspettano di capire cosa preferiscono gli elettori: poi, tra oggi e domani, l’incontro per la decisione definitiva dei quattro leader, Mussi, Diliberto, Giordano e Pecoraro Scanio.
Il segretario dei Comunisti italiani Diliberto da giorni insiste: si batterà «sino all’ultimo» per «convincere a mantenere nel simbolo non più la sola falce e martello, ma tutti i simboli delle rispettive forze politiche». Sul sito del suo partito, internauti preoccupati lasciano.laconici post: «Come se ci tolgono il cognome». A sostenerlo però solo una parte minoritaria di Rifondazione, la corrente dell’Ernesto del senatore Claudio Grassi; tutti gli altri, invece, concordi a minimizzare la polemica: «Credo che il simbolo debba rappresentare tutti ed essere nuovo», ha spiegato ieri il segretario di Prc Franco Giordano al convegno “Fare presto” organizzato a Roma da associazioni vicine alla Cosa Rossa. «Falce e martello sono i nostri simboli ma non devono essere quelli del soggetto unitario».
«Molto importante che la Sinistra-L’Arcobaleno partecipi alle elezioni con un simbolo, quello della Sinistra-L’Arcobaleno, e un programma, sulla base della carta degli intenti presentata l’8/9 dicembre agli Stati Generali», recita un documento approvato all’unanimità da Sinistra democratica. < Già, un po’ la malinconia, un po’ la riconoscibilità. C’è la paura, confessano, di regalare per sbaglio il voto di qualche nostalgico al Partito comunista dei lavoratori, quello di Marco Ferrando, certo di presentarsi sulla scheda elettorale con falce e martello rosse su fondo di pianeta azzurro. Restando così l’unico simbolo comunista superstite. E poi, e qui abbassano la voce, ci sarebbe che sì, Diliberto ci tiene perché è la sua storia e intende posizionarsi come ala sinistra del nuovo partito, ma c’è pure che se lui con erande sacrificio rinuncia alla sua battaglia, beh bisognerà pure ricompensarlo con qualche posto in lista in più. E in tempi in cui la Sinistra Arcobaleno teme di dimezzare i suoi eletti…