Evo Morales sfida la finanza globale: anche i telefoni ritornano allo Stato

Seguendo questo schema furono vendute molte delle imprese statali dal governo de Lozada: a parte quelle che si occupano dello sfruttamento dei giacimenti di gas (principale risorsa del Paese, nazionalizzata nel maggio scorso) anche le ferrovie e la compagnia di bandiera Lloyd aereo boliviano (che ha smesso di volare la settimana scorsa dopo la fuga con destinazione sconosciuta del suo presidente, Ernesto Absun). Ora Morales dice che tutte le capitalizzate saranno nazionalizzate secondo la formula di un non meglio definito «capitalismo popolare».
L’annuncio della sorte decisa per Entel non pare aver allarmato molto Telecom: «Non crediamo sia loro intenzione continuare ad investire da queste parti, a parte Argentina e Brasile» suppone un portavoce del presidente. Telecom per ora tace e l’ambasciatore italiano in Bolivia fa sapere che «a Roma ci si aspetta una negoziazione cordiale e senza pressioni».
Entel è una delle imprese migliori della Bolivia. Quasi cinquanta milioni di dollari di profitto nel 2006. Controlla il 68% della telefonia fissa, il 67% di quella cellulare e il 90% dei servizi Internet. A chiudere l’affare con Sanchez de Lozada fu nel 1996 la Stet, poi Telecom, che per 610 milioni di dollari comprò il 50% delle azioni di Entel. Un 6% fu comprato da investitori minori e il 44% restò statale, ma passò sostanzialmente in mano di due fondi pensione, una del gruppo spagnolo Bbva è un’altra della svizzera Zurich. L’ultimo commento dei vertici Telecom è dell’inizio di quest’anno: l’azienda faceva notare che per convertire Entel in una impresa funzionante ha dovuto investire molti più soldi di quanti ne spese per comprarsela 10 anni fa. Morales non ha commentato la puntualizzazione. Ha fatto però uno scalo veloce durante il suo viaggio in Asia per incontrare il sottosegretario agli esteri Donato Di Santo al quale ha assicurato che intende portare avanti l’operazione rispettando la legalità. Il ministro delle opere pubbliche, Jerjes Mercato, ha aggiunto però: «Ci sono due mesi per negoziare e noi vogliamo trovare una soluzione di accordo. Ma se l’accordo non si dovesse trovare i tempi cambieranno perché sarà necessario per il sovrano governo di Bolivia fare altri passi».
Nel discorso al Parlamento in cui a febbraio ha celebrato il suo primo anno da presidente, Morales ha annunciato nazionalizzazione di imprese strategiche vendute negli anni ’90 e tutte le compagnie miste in cui abbia prova di gestione corrotta. Nel governo sussurrano che il caso Telecom è un’altra storia e che hanno discusso a lungo su come procedere alla nazionalizzazione di Entel. Alla fine si sono messi d’accordo solo sulla commissione che si occuperà del caso: ne faranno parte il ministro Quintana, il ministro dell’Industria, Luis Arce, e quello delle opere pubbliche, Jerjes Mercado.