Lunghissima mobilità e con molte incognite per i lavoratori Fiat. Incognite che vanno dalla «sperimentazione» del ricollocamento degli esuberi attraverso agenzie di outplacement pagate dalle aziende e coordinate da Italia lavoro, fino alla copertura finanziaria dell’operazione considerato che le casse pubbliche sono a secco. Ci sono poi i tempi, la legislatura ha le ore contate e il 20 scade la cig agli Enti centrali di Torino. E c’è la Fiat che ancora non fa sapere il numero esatto degli esuberi. Dopo aver speso un paio di mesi a puntare i piedi contro la mobilità lunga (cioè fino a 7 anni) ieri il Welfare ai sindacati ha proposto per gli over 50enni una mobilità che nella pratica potrà durare 10-12 anni: si scavalca infatti il 2008 e dunque si alza l’età per andare in pensione. La soluzione agli esuberi del Lingotto, ma anche dell’area di Ottana e del polo elettronico abruzzese e altre aziende in crisi (il numero oscilla tra 4 e 7 mila) dovrebbe dunque passare per un «sostegno al reddito» (messa in mobilità) fino al ricollocamento, e se questo non riesce, fino alla pensione. In questo caso sarebbero: 3 anni pagati dallo Stato, 4 pagati dalle aziende, i restanti pagati ancora dallo Stato. Ma il Welfare sostiene che non servirà, i lavoratori verranno ricollocati prima. Salvo poi essere sanzionati (licenziati) nel caso dovessero rifiutare la proposta di impiego che gli viene offerta. Al Welfare lo chiamano «nuovo ammortizzatore». Un consenso «condizionato» viene dalla Fim-Cisl e dalla Uilm, scettici si dicono al Fismic, la Fiom ha sospeso il giudizio. È in corso il suo congresso e polemizzando con il Welfare per le modalità di convocazione ha partecipato all’incontro con un «uditore», il segretario nazionale Lello Raffo, il quale al termine fa notare: «È una mobilità lunghissima, mi pare fuori dal mondo».
Dunque Fim-Cisl e Uilm in linea di massima si dicono favorevoli al piano Maroni salvo poi sollevare riserve che da sole lo bocciano. «Il giudizio è sostanzialmente positivo – dice il segretario confederale della Cisl Giorgio Santini – ma le incognite sono gli accordi che successivamente dovranno essere fatti con l’azienda e il ministero, e il fattore tempo perché tra tre giorni termina la legislatura e il provvedimento deve diventare legge in 24 ore». Stesse preoccupazioni in casa Uilm. «Apprezziamo lo sforzo del governo – afferma il segretario nazionale Eros Panicali – ma abbiamo dei dubbi che poi si possa fare il necessario accordo con l’azienda». «Grande scetticismo» sul «ricollocamento» a legislatura finita viene espressa da Roberto Di Maulo del Fismic per il quale «con questi presupposti un accordo con Fiat appare molto difficile».