Estonia:il caro prezzo dell’euro

Traduzione di l’Ernesto online

Nonostante la pesante crisi in cui è immersa dal 2009, la piccola Repubblica baltica dell’Estonia adotterà la moneta unica dal 1 gennaio. Per questo le autorità hanno assunto misure draconiane che ridurranno in povertà una parte importante della popolazione.

Con il pretesto della crisi mondiale, il governo di centro-destra, capeggiato dal primo ministro Andrus Ansip, ha imposto il licenziamento di migliaia di funzionari pubblici e una riduzione dei salari del dieci per cento. Seguendo l’esempio dello Stato, il settore privato è andato anche oltre ottenendo una riduzione salariale media del 15 per cento.

La spesa pubblica è stata ridotta del 20%, in parte attraverso la diminuzione delle pensioni e l’aumento dell’età pensionabile da 63 a 65 anni. I ceti più sfavoriti dovranno anche sopportare un aumento dell’IVA dal 18 al 20 per cento, mentre i lavoratori perderanno le ultime certezze di impiego che ancora restavano.

Di fatto, la riforma delle leggi del lavoro ha consentito al padronato piena libertà di licenziamento. Ma non si pensi che abbia consentito la creazione di posti di lavoro. Al contrario, la disoccupazione ha colpito il 18% della popolazione attiva e nelle regioni russofone ha raggiunto il 25%. Nonostante la realtà di un salario minimo da miseria che si aggira sui 245 euro mensili.

Nei confronti delle imprese il governo ha abbondato in benefici, esentandole in pratica dal pagamento delle imposte sui profitti, dal momento che permette loro di dedurre gli importi reinvestiti.

In tal modo, il 17° membro dell’eurogruppo può vantarsi di presentare finanze risanate, con un deficit di appena l’1,7% del PIL e un debito pubblico del 7,2%, sebbene il rovescio della medaglia sia rappresentato da un’economia che è scesa ai livelli del 2005 (-14,1% nel 2009) ed è ben lontana da un autentico recupero.

Perciò il sentimento di soddisfazione dei governanti non è condiviso da una parte importante della popolazione che non si entusiasma certo per l’adesione alla moneta europea.

Un sondaggio pubblicato a metà del mese di dicembre indica che i circa 1,3 milioni di estoni sono divisi a metà in merito all’euro: il 49% afferma di essere favorevole, mentre il 43% è contrario, temendo nuovi aumenti dei prezzi e maggiori difficoltà in condizioni di sopravvivenza.