Energia: L’Italia contro l’Edf francese

Oggi il governo italiano scenderà in campo con tutti gli strumenti a sua disposizione, (non tanti per la verità), per fermare o attenuare il terremoto politico-finanziario che sta scuotendo l’Europa comunitaria dopo la decisione del colosso francese Electricitè de France di scalare la Montedison e di conquistarsi il 20%. Lo ha deciso ieri sera una riunione a palazzo Chigi. Si parla di un decreto legge. La posta in gioco è altissima: il controllo dell’energia nel Vecchio Continente e la possibilità che l’Italia esca da questa battaglia con le ossa rotte. Lo schieramento antifrancese non è così unito come sembra: se a parole centro destra e centro sinistra, da Enrico Letta ad Antonio Marzano, hanno giurato che fermeranno “lo straniero”, la comunità degli affari è divisa: l’Eni ha fatto capire che non è affar suo, la Fiat ha detto che si fa tanto rumore per nulla, Banca di Roma e San Paolo hanno addirittura venduto quote di Montedison ai francesi e Banca Intesa, avendo come primo azionista il Credit Agricole che viene considerato regista dell’operazione, deve rimanere neutra.
Anche Alessandro Notargiovanni della Flne-Cgil energia si è espresso criticamente nei confronti del fronte antifrancese. Sul piano politico inoltre non è tutto così liscio: Silvio Berlusconi, ad esempio, ha dato incarico a Antonio Marzano di prendere posizione sulla vicenda ma personalmente non ha rilasciato dichiarazioni. Chi si aspettava che tuonasse contro i socialcomunisti francesi è rimasto deluso. Si dice che non si sia esposto perché spera di far da mediatore una volta insediato a palazzo Chigi. E qualcuno aggiunge che il cavaliere preferirebbe la posizione della Fiat con la quale sta costruendo un asse privilegiato attraverso Renato Ruggero.
Ieri, come è noto, i vertici parigini dell’Edf, (controllata al 100% dallo Stato Francese), dopo aver definito nei giorni scorsi il loro pacchetto azionario del 4% una “semplice diversificazione” o una “partecipazione finanziaria”, hanno finalmente svelato che controllano in realtà il 20 per cento di Montedison e che puntano alla gestione del colosso di piazzetta Bossi. Il boccone più prelibato per i francesi è l’Edison controllata a maggioranza da Montedison e la Sondel, la società dei Falck che nei prossimi mesi dovrebbe fondersi con Edison. Non appena il governo è venuto a conoscenza della posizione ufficiale di Edf ha annunciato per oggi, in appoggio con esponenti del centro destra, un provvedimento “dissuasivo”. Cosa voglia dire “dissuasivo” nessuno lo sa. Qualcuno ha fatto paragoni con un provvedimento preso dal governo spagnolo per congelare il diritto di voto di una società, ma in quel caso si trattava di un gruppo già privatizzato. Qui si tratterebbe di inventarsi una barriera legislativa ex novo. In Montedison sono convinti che si possa fare: “Essendo l’energia un settore strategico, il governo italiano potrebbe decretare che le società a capitale interamente pubblico straniere possono possedere una soglia massima”.
In attesa di sapere quali provvedimenti “dissuasivi” prenderà il governo italiano, L’Edf fa sapere di avere “già avviato colloqui con le autorità italiane per spiegare il significato della sua operazione nello stretto rispetto delle normative italiane ed europee”, ribadendo contro ogni evidenza che si tratterebbe di “una operazione finanziaria limitata al 20%”. In realtà il colosso francese ha già in mente un piano industriale ben preciso per la Montedison e non fanno nulla per nasconderlo. “Edf avvierà subito – si legge in una nota – un dialogo con gli altri azionisti di Montedison per favorire lo sviluppo del polo energetico costituito da Edison e Sondel”.
Se si legge tra le righe dei comunicati di Edf si scopre che la società ha anche trovato il modo per finanziarsi la scalata: Edf , spiegano, è già da lungo tempo un attore a pieno titolo sul mercato italiano”. Tra le possibili vie di rafforzamento di Edison-Sondel, v i è il conferimento del 30% detenuto in Ise (Ilva Servizi Energie) la societa’ in cui il gruppo francese è partner della stessa Edison dal 1995.
In serata è arrivata una presa di posizione Ue: “EdF sa se con il 20% in Montedison ha acquisito il controllo o no, quindi sa se deve o non deve notificare l’operazione all’Antitrust Ue”. La Commissione può intervenire comunque nella vicenda, di sua iniziativa o in seguito a una denuncia di terzi. Edf ha tempo fino a venerdì per la notifica, ma gli uffici Ue sono chiusi domani e dopodomani per la festa dell’Ascensione. Immediata la replica di Edf: la quota del 20% di Edf in Montedison non assegna alla società francese il controllo del gruppo italiano e quindi non c’è bisogno di notifica all’Ue.