La questione se mantenere o ritirare le truppe internazionali di peace keeping dall’Afghanistan può essere posta altrimenti:la comunità internazionale deve cercare di mantenere l’attuale fragile pace oppure lasciare che il paese ricada nella guerra civile? Oppure: una semidemocrazia e una fragile pace sono meglio di una dittatura religiosa il cui potere è in mano ai signori della guerra?
Durante la conferenza di Bonn, nel novembre del 2001, la comunità internazionale e l’Onu hanno deciso di inviare in Afghanistan forze di peace keeping che dessero agli afghani una chance per insediare un proprio governo democratico attraverso il voto. Ci dicono che tutto è andato per il meglio: ma per chi? Per la maggioranza degli afghani o per un pugno di signori della guerra, trafficanti di droga, criminali di guerra e persone delle alte sfere del governo Karzai che depredano la popolazione per riempirsi le tasche? E quale tipo di governo, democrazia e sviluppo abbiamo avuto sinora? E per chi? Qualunque afghano ti risponderà che guadagna 50 dollari al mese e che l’affitto di una stanza priva di acqua ed elettricità costa più di 50 dollari e non sa come fare a mantenere la sua famiglia.Certo, ci sono degli afghani che guadagnano bene:quelli che lavorano per le Ong, ma il loro benessere temporaneo non è certo quello dell’intera popolazione.
Per oltre 4 anni, più di 30 paesi si sono impegnati a esportare e costruire la democrazia in un paese che manca delle più basilari istituzioni democratiche; gli americani non dicono che stanno costruendo la democrazia ma il modello di democrazia perfetto per l’intera regione, in particolare per i paesi islamici; una democrazia di trafficanti di droga e signori della guerra fondamentalisti, gli stessi che dal 1992 al 1996 hanno distrutto il 70% di Kabul e ucciso 64.000 civili, secondo la loro interpretazione dell’islam e del Corano.Il problema principale dell’Afghanistan non è al Qaeda, non sono i taleban, ma la povertà e un regime corrotto. Se abbiamo i taleban e i terroristi, i predoni e gli estremisti, questi sono il prodotto del regime di Karzai, che ha come pilastri i signori della guerra e i trafficanti di droga.Che fare allora?
La comunità internazionale dovrebbe rivedere la sua politica riguardo al regime di Karzai e ai suoi alleati. Dei criminali di guerra sono di nuovo al potere e Karzai non è abbastanza forte, indipendente e onesto per portarli in tribunale e farli pagare per i crimini commessi prima e durante il regime dei taleban, soprattutto a Kabul. Dovrebbe essere un dovere sostenere la popolazione afghana nella sua ricerca di giustizia e democrazia. Se le truppe Isaf verranno ritirate, i signori della guerra ricominceranno a farsi la guerra tra loro, e contro i taleban e i mercenari nelle zone di confine. Le truppe dovrebbero essere impegnate maggiormente in progetti di ricostruzione e non in combattimenti. La popolazione dovrebbe appoggiare il governo, e ora non lo fa a causa della corruzione e della presenza dei signori della guerra; questo dà più forza ai taleban. Un altro grosso compito è la lotta alla droga e alla mafia internazionale; e non solo per salvaguardare gli interessi afghani, ma quelli internazionali. L’ex ministro degli interni, Ali Ahmad Jalali, voleva pubblicare una lista di funzionari governativi vicini ai trafficanti di droga, ma il governo non lo ha autorizzato e la lista è ancora segreta. Sembra che il fratello di Karzai, Qaum, fosse incluso nella lista; ora è un parlamentare. La comunità internazionale dovrebbe fare pressioni affinché i paesi confinanti sospendano le interferenze dirette e indirette sull’Afghanistan.Pakistan e Iran mentono quando dicono di sostenere l’insediamento di un governo centrale forte in Afghanistan. Molti fatti dimostrano che alcuni elementi del governo pachistano, vicini ai suoi servizi segreti (Isi), sostengono ancora i taleban. Sono stati spesi milioni di dollari per insediare un esercito e una polizia nazionali e purtroppo il capo della polizia di Kabul è Amanullah Guzar, un noto criminale di guerra. Un altro compito della comunità internazionale dovrebbe essere quello di denunciare e disarmare questa finta democrazia. Quando i taleban sono stati sconfitti si sarebbero dovuti sostenere i partiti democratici. Per finire, la comunità internazionale e i governi democratici non dovrebbero pensare che l’Afghanistan è comparabile all’Iraq. La presenza della comunità internazionale in Afghanistan ha contribuito a chiudere un periodo buio e ha forzato i signori della guerra a smettere di combattere e distruggere il paese. In Iraq invece la presenza degli Usa e dei loro alleati ha aperto le porte dell’inferno e ha portato la guerra e la morte di migliaia di iracheni innocenti.